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Corruzione elettorale, il sistema “Sandrino” e i dubbi su Laforgia: “Sapeva già dal 2021 e non denunciò”

5 Aprile 2024
– Autore: Redazione Quinto Potere
5 Aprile 2024
– Autore: Redazione Quinto Potere

Se da un lato non si placano le polemiche intorno all’annullamento delle primarie del centrosinistra a Bari, dopo il blitz e l’intervento a gamba tesa di Conte ieri in città, un nuovo polverone rischia di coinvolgere l’avvocato Michele Laforgia, candidato sindaco del M5S. Come riportato oggi da Il Tempo, Laforgia era a conoscenza già dal febbraio 2021 del sistema “Sandrino”, ovvero di Alessandro Cataldo, il marito dell’ex assessora regionale Anita Maurodinoia, finito ieri agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione elettorale.

Nell’ordinanza che ha portato ieri all’arresto di 8 persone, emerge la figura del “pentito” Armando Defrancesco. È stato proprio Armando Defrancesco, il consigliere circoscrizionale di Bari, finito anche lui domiciliari, e fino al 2021 socio di Cataldo in una società di formazione, a far finire nei guai lo stesso Cataldo e la Maurodinoia. Come? Svelando il metodo “Sandrino” ad un sottufficiale della Finanza, il maresciallo Gerardo Leone. Non sapeva di essere registrato e raccontò nel febbraio 2021 il modus operandi del duo per truccare elezioni comunali e regionali, definendo Cataldo “capo di un’associazione a delinquere” e specificando come la moglie, epoca era consigliera comunale di Bari, era consapevole della macchina e che i voti confluivano anche nelle sue preferenze. Poco tempo dopo lo stesso De Francesco fu ascoltato dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Finanza ma ritrattò le sue dichiarazioni, accusando anche il maresciallo della Finanza di aver architettato tutto.

Nel mezzo però si recò allo studio di Laforgia, su consiglio del consigliere regionale Davide Bellomo, suo amico di infanzia, per fissare un appuntamento in Procura con un magistrato e confermare la prima versione presentando anche un esposto ufficiale. “Un incontro però che non si è mai concretizzato”, scrive il gip nelle carte. Laforgia, forte del segreto professionale, tiene per sé tutto e non denuncia quanto raccontato da Defrancesco sul sistema di compravendita voti ideato dalla coppia Cataldo-Maurodinoia. Nelle carte degli inquirenti viene proprio sottolineata la visita di Defrancesco nello studio di Laforgia che in questi giorni ha duramente criticato il voto di scambio e la corruzione elettorale in vista delle imminenti elezioni a Bari.