Nella giornata di ieri sono state depositate le motivazioni con cui il Tribunale del Riesame di Bari ha respinto il 26 aprile l’istanza di revoca degli arresti domiciliari presentata dal legale di Alessandro Cataldo, il marito dell’ex assessora regionale Anita Maurodinoia e fondatore del partito politico Sud Al Centro, arrestato lo scorso aprile con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale. Non sarà presentato ricorso in Cassazione da parte della difesa.
Per i giudici il “sistema Sandrino” esiste e c’è la possibilità che Cataldo possa tornare a commettere reati se lasciato in libertà. Questa in estrema sintesi la ricostruzione del Riesame. Cataldo viene considerato il promotore di un’organizzazione che avrebbe inquinato le elezioni amministrative di Bari (2019), Grumo Appula (2020) e Triggiano (2020), oltre che le Regionali del 2020. “L’attività di indagine ha posto in luce un più che collaudato contesto illecito, nel quale il Cataldo non ha esitato a porre in essere condotte illecite in occasione delle tornate elettorali – si legge nelle carte -. Le indagini hanno dunque svelato l’esistenza di un vero sistema nella gestione delle competizioni elettorali funzionali alla candidatura/elezione della moglie Maurodinoia e di un collaudato modus operandi. Cataldo si è rivelato soggetto di rodata competenza, con una fitta rete di conoscenze e interessi anche all’interno della pubblica amministrazione», e le sue dimissioni dal movimento politico da lui fondato non sono in grado «di elidere il pericolo di recidiva, atteso il permanere dell’influenza politica dello stesso”.