Con la condanna dell’ex capo della Protezione Civile, Mario Lerario, si è chiuso uno dei capitoli riguardanti l’inchiesta della corruzione in Puglia che tanto ha fatto scandalo. La vicenda giudiziaria in questo caso riguardava al consegna di mazzette all’ex capo della Protezione Civile, ma la vicenda non è ancora conclusa perché è sola una appendice dell’inchiesta principale, ovvero quella dell’affidamento degli appalti per la costruzione del Covid Hospital. La Guardia di Finanza sta indagando senza sosta, soprattutto per chiarire il motivo per cui i costi sono passati da 9 milioni a 18 milioni di euro. Al momento sono 20 le persone indagate. Le indagini riguardano le tante intercettazioni raccolte, le stesse di cui Lerario aveva paura tanto da far controllare il suo ufficio. Cautele prese anche da altri funzionari che hanno rallentato, come si evince su Repubblica, l’indagine da parte della Finanza coadiuvata dalla Procura. Lerario nel frattempo, nel suo memoriale, ha sottolineato che tutte le decisioni prese sono state frettolose a causa dell’emergenza sanitaria e non legate a un sistema corruttivo. Cosa di cui non si può che esserne scettici.