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Corruzione in Puglia, finanzieri acquisiscono tutte le determine firmate da Lerario

30 Dicembre 2021
– Autore: Eleonora Francklin
30 Dicembre 2021
– Autore: Eleonora Francklin

Una nuova visita della Guardia di Finanza nella sede della Regione Puglia in via Gentile. Le Fiamme gialle hanno acquisito i documenti non solo degli appalti firmati da Lerario tra il 2018 e il 2021, ma anche la copia della relazione presentata dal dirigente Nicola Lopane, ora a capo della Protezione civile al posto di Lerario, in cui venivano esposte irregolarità nelle procedure di progettazione e realizzazione dell’ospedale Covid alla Fiera del Levante.

La documentazione è strettamente legata all’inchiesta che ha fatto scattare l’arresto per Mario Lerario, ex capo della Protezione Civile, e all’accusa di concorso in turbativa d’asta e corruzione per il funzionario regionale Antonio Mercurio e gli imprenditori Luca Leccese, Donato Mottola, Antonio Illuzzi, Domenico Trancredi, Francesco Girardi e Sigismondo Zema.

La Guardia di Finanza dovrà passare al setaccio tutte le determine e affidamenti passati tra le mani di Lerario. La prima determina annullata riguarda la fornitura di attrezzature e mezzi occorrenti per l’accoglienza e soccorso della popolazione della Regione Puglia in scenari di crisi ed emergenza, indetta a novembre 2020 e aggiudicata dalla R.I. Spa di Trepuzzi per 2.3 milioni di euro.

Sigismondo Zema, imprenditore conosciuto a Bari, invece, è finito nel mirino della Guardia di Finanza per essere stato assunto come dirigente della fabbrica pugliese di protezione individuale creata in uno dei capannoni nella zona industriale, con uno stipendio mensile di 4mila euro da gennaio 2021 a giugno 2022. L’affidamento dell’incarico è stato firmato da Lerario e Mercurio.

Gli investigatori avevano sospettato, già prima dell’avvento del Covid, un sistema di favoritismi e corruzione che durante la pandemia ha raggiunto il culmine. Ad esempio, come si legge su Repubblica, Lerario aveva firmato una determina per l’adeguamento e messa in sicurezza del magazzino ex Ciapi, affidata ad Antonio Illuzzi, costato 88mila euro.

Probabili magagne anche per i lavori nei campi nomadi e nel ghetto di Borgo Mezzanone. A Luca Leccese e Donato Mottola, la Regione aveva affidato i lavori di quest’ultimo e, secondo la Procura, per ringraziare, avrebbero consegnato a Lerario le mazzette da 10mila e 20mila euro.