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Corruzione in Puglia, il sistema Lerario non lasciava tracce: nessun registro delle gare commissionate

11 Novembre 2022
– Autore: Eleonora Francklin
11 Novembre 2022
– Autore: Eleonora Francklin

Lavori pubblici aggiuntivi pagati dalla Regione Puglia in merito ad appalti e affidamenti non commissionati. È una delle evidenze raccolte dalla Guardia di Finanza nel corso delle indagini di approfondimento sul sistema di Mario Lerario, l’ex dirigente della protezione Civile pugliese, arrestato il 23 dicembre 2021 insieme agli imprenditori Luca Leccese e Donato Mottola, come si evicne su Repubblica. Lo ha riferito il luogotenente della sezione Anticorruzione, Giacomo Gargano, durante il processo con rito ordinario per corruzione nei confronti di Donato Mottola, accusato di corruzione per una tangente di 20mila euro consegnata a Lerario. Secondo le dichiarazioni di Gargano, l’unico dei finanzieri citati dalla pubblica accusa, il modello di funzionamento era noto negli uffici regionali tant’è che per i finanzieri è stato difficile reperire la documentazione relativa a molti appalti assegnati negli ultimi anni sia dalla Protezione Civile che dall’Economato. Uno degli esempi lampanti è legato all’ospedale Covid alla Fiera del Levante dove sono stati pagati lavori pubblici molto di più rispetto a quanto preventivato. Come sottolinea Gargano, le varianti dovevano essere motivate e attestate da ulteriori atti dirigenziali che non sono stati rinvenuti. Cosa accaduta in molti appalti affidati all’impresa di Mottola. Gli avvocati difensori hanno puntato sull’esistenza delle fatture che provano i lavori effettuati dalla Dmeco, ma il problema sta nelle autorizzazioni mancanti.