Le tangenti erano un regalo non richiesto e gli errori e i pasticci trovati nelle procedure amministrative non erano per avvantaggiare gli amici imprenditori, ma frutto dello stress subito durante il periodo Covid. Lo afferma Mario Lerario, l’ex capo della protezione Civile della Puglia, arrestato il 23 dicembre 2021 dopo essere stato beccato in possesso di due mazzette da 20mila e 10mila consegnateli da due imprenditori, Luca Leccese e Donato Mottola. Lerario adesso si trovai ai domiciliari e scrive un lungo memoriale in cui si difende dalle accuse che gli sono state rivolte in questi ultimi anni, inoltre chiede scusa sia ai collaboratori e colleghi, ma soprattutto alla famiglia “per aver fatto vivere un incubo da un giorno all’altro”. Lerario, come si evince su Gazzetta, ribadisce che i problemi relativi al periodo della prima ondata Covid venissero scaricati tutti su di lui e che sui vari appalti c’erano pressioni d’alito affinché venissero affidati nel più breve tempo possibile per affrontare l’emergenza.