Il Tribunale del Riesame ha rigettato la richiesta di scarcerazione di Lorenzo Mazzini, il funzionario del dipartimento Agricoltura della Regione Puglia arrestato a novembre per corruzione. In manette con lui anche 4 imprenditori e un consulente agronomo.
“Nonostante il trasferimento ad altro incarico, può influire sulle procedure amministrative della Regione Puglia anche da dietro le quinte”, si legge nell’ordinanza. L’inchiesta fa luce su alcuni fondi del Psr che sarebbero stati concessi in favore degli imprenditori in cambio di denaro.
“Un vero e proprio comitato d’affari composto da funzionari, imprenditori agricoli e loro consulenti” che ha continuato ad operare anche dopo aver saputo di essere sotto inchiesta. Per questo i giudici ritengono non esaurito il pericolo di inquinamento probatorio connesso alla scarcerazione e possibile la reiterazione del reato.
“La circostanza che non svolga più il ruolo di funzionario istruttore delle pratiche relative al Psr, essendo stato destinato ad altro incarico, non elimina il pericolo, vista la fitta rete di conoscenze all’interno della Regione”, precisa il Tribunale di Riesame.