È iniziato ieri il processo nei confronti dell’ex capo della Protezione Civile, Mario Lerario, arrestato nel dicembre del 2021 con l’accusa di corruzione in riferimento a due presunte tangenti ricevute da altrettanti imprenditori nei giorni prima di Natale. Alla sbarra anche l’imprenditore Luca Leccesse. Il procedimento nei confronti di Lerario e Leccese rischia una marcia indietro per quanto sollevato dagli avvocati difensori dei due. Il tutto è legato alla modifica dell’imputazione che era stata formulata al momento dell’interrogatorio contestuale all’arresto rispetto a quella contenuta nel giudizio immediato.
Il processo, ricordiamo, per Lerario e Leccese è con rito abbreviato. Il legale dell’ex capo della Protezione Civile, l’avvocato Michele Laforgia, ha sottolineato l’irritualità del giudizio immediato per un reato diverso da quello per cui l’imputato è sottoposto a misura cautelare. Questione, come si evince da Gazzetta, sollevata anche dal legale di Leccese. Il gup del Tribunale di Bari, Marco Galesi, ha rinviato al 27 settembre perché il nuovo giudice che si occuperà della vicenda dovrà decidere se annullare il decreto di giudizio immediato e in quel caso ritrasmettere gli atti in Procura. Mottola, il secondo imprenditore accusato di aver consegnato a Lerario una tangente, non ha scelto il rito abbreviato e la questione è stata già affrontata e accolta dal Tribunale.