Era stressato per l’eccessivo carico di lavoro dovuto all’emergenza Covid, per questo non si era reso conto “del disvalore” dell’accettazione delle due dazioni di denaro (10mila euro dall’imprenditore Luca Leccese e 20mila da Donato Mottola). È quanto emerge dalle dichiarazioni di Mario Lerario, l’ex capo della Protezione civile pugliese, rilasciate durante l’udienza che si è tenuta ieri. Per la Procura di Bari, Lerario deve essere condannato a 6 anni. Per capire come andrà a finire la vicenda processuale bisognerà aspettare il 23 marzo, quando il gup deciderà anche il destino di Luca Leccese, per cui la Procura ha chiesto 4 anni. Alle dichiarazioni di Lerario ha risposto il procuratore aggiunto Alessio Coccioli che invece sottolinea quanto Lerario in quel periodo fosse lucido e particolarmente attento a possibili intercettazioni. L’avvocato difensore di Lerario, Michele Laforgia, ha invece sostenuto come non ci sia mai stato un patto corruttivo tra Lerario e gli imprenditori.
Continuano gli accertamenti da parte del commissario della Protezione civile, Nicola Lopane, in merito all’affidamento degli appalti da parte di Mario Lerario. Si tratta di lavori per circa 92mila euro, affidati a una ditta di Acquaviva delle Fonti per la realizzazione di impianti speciali ed esterni per la sede di Montalbano, per cui non esistono perizie, progetti, relazioni tecniche, capitolato d’appalto o offerte economiche. Lopane fa sapere di aver avviato la segnalazione d’ufficio dei procedimenti disciplinari e n on esclude ci possa essere la responsabilità erariale, visto che non è possibile fare una istruttoria postuma sui lavori che si sarebbero affidati in presenza di programmazione e progettazione adeguate e sulla relativa spesa. Un accertamento che nasce dal fatto che si è chiesto al Consiglio regionale di approvare il debito fuori bilancio per liquidare la spesa alla ditta affidataria. Debito già riconosciuto dalla giunta regionale. Il debito per liquidare alla ditta 92mila euro finirà lunedì in commissione Bilancio, su cui Fabiano Amati ha chiesto approfondimenti. Un’altra spesa è finita sotto la lente di ingrandimento, si tratta dei quasi 144mila euro per lavori urgenti di manutenzione per l’adeguamento degli impianti elettrici dello stabilimento per la produzione di mascherine, affidati a una ditta di Bari. Debito che è stato già riconosciuto dalla giunta regionale. Anche in questo caso Lopane non esclude ci sia una responsabilità erariale. In totale il consiglio regionale deve riconoscere una spesa complessiva di quasi 236mila euro. Questi non sono gli unici debiti della Protezione civile per i quali è stato chiesto il riconoscimento. Ad esempio ci sono i 280mila euro per la fabbrica di mascherine e per l’ospedale Covid. La prima è stata chiusa, il secondo aspetta di essere smantellato.