“Oggi parlo io. Facciamo chiarezza. Sono veramente stanca di leggere tante cavolate dei cittadini, giornalisti, forze dell’ordine e Stato italiano su un ragazzo defunto. Parlate senza conoscere il ragazzo, parlate di vendetta quando noi chiediamo giustizia”. Inizia così il post della sorella di Christian Di Gioia, il 27enne deceduto nei pressi del ponte di San Pio a Japigia dopo essere caduto dalla sua moto. La sorella ha cercato di sedare le polemiche che si sono susseguite in questi giorni, anche a causa delle accuse rivolte ai familiari nei confronti di un componente dell’Arma dei Carabinieri, ma anche per il corteo di moto controsenso in onore del defunto. “Sindaco Decaro lei ama la città di Bari forse quanto me è noi non abbiamo mai messo a rischio nessun cittadino di Bari. State ingigantendo le cose quando noi ci stiamo affidando alla giustizia, sperando che faccia il suo dovere e faccia giustizia per mio fratello”.
“Chiedo io scusa se i ragazzi, mortificati dal dolore, hanno fatto quell’errore vicino al carcere per amore di Christian. Nessun atto mafioso. Sono solo dei ragazzi che hanno un cuore enorme. La perdita di Christian ha portato dolore nel cuore di tante famiglie e di tanti ragazzi, è questo che dovete vedere, non perché mio fratello era un boss, come dicono giornali e gente che non conosceva Christian. Era un cittadino modello. Chiedo io scusa se mia madre, il giorno della morte di Christian, ha pubblicato la foto del carabiniere che fa uso di sostanze stupefacenti, ma nello stesso momento riflettendoci su, non assolvo il carabiniere è non condanno mia madre perché mortificata dal dolore della perdita di un figlio così giovane, sapendo com’è morto e chi lo ha ammazzato. Ha avuto una la sua reazione. Sfido chiunque a saper determinate cose e a non avere una reazione. Ricordo che parliamo della perdita di un figlio. Perché? Per cosa? Per colpa di chi? Questo ci chiediamo tutti noi. Sono sicura che la giustizia farà il suo dovere. Basta a tutte queste cattiverie. Christian non merita questo e noi cittadini di Bari meritiamo più rispetto. Io devo pensare a mio fratello, al suo piccolo di quasi due anni e di come andare avanti senza Christian perché il dolore non si può descrivere”.