“Non vogliamo invogliare la gente a bere”. Così Cristian Calabrese, di Gruppo Ideazione che con la Lucente e Cube Comunicazione gestisce la seconda spiaggia comunale, ha motivato il costo elevato della birra, tanto criticato dai baresi durante il primo weekend di apertura di Torre Quetta.
Nulla da togliere a quanto detto. In realtà è anche giusto proporre alcolici a un prezzo maggioritario proprio per non far diventare la spiaggia una alcova di ubriachi, ma è anche vero che questo ragionamento non si può fare per tanti altri prodotti che i gestori dei chioschi mettono a disposizione degli avventori. Proprio per calmare le polemiche i gestori hanno comunicato che a breve su un sito dedicato si potranno visionare i listini prezzo per comunicare a chi voglia passare una serata a Torre Quetta i costi di ogni prodotto a disposizione.
Le bottigliette di acqua, da mezzo litro, sono vendute a 1.50 euro, le lattine di bevande come la Coca Cola, il Chinò, il Tè, raggiungono anche i 4,50 euro. Senza contare che se ti vuoi accomodare a un tavolino bisogna, giustamente, aggiungere il coperto. Il caso denunciato da alcuni avventori e pubblicato sui alcuni quotidiani è di uno scontrino di 13 euro per due Tè in lattina e due coperti. Non contando poi il costo del caffè, normale a 1.20 euro e in ghiaccio a 2.20 euro. Polemica che si estende anche al costo di qualsiasi altro prodotto come la pizza margherita venduta a 7 euro.
Ovviamente siamo in un lido e chiunque può appellarsi al fatto che nelle località di mare, soprattutto in luoghi aperti solo nei mesi estivi, i prezzi siano più alti, ma è anche vero che aumentare il costo dell’acqua o del ghiaccio, perché diciamola tutta il caffè al ghiaccio non può costare un euro di più rispetto a quello in tazzina, è un modo per lucrare sulla gente che non vedeva l’ora di poter tornare a una libertà negata da anni di pandemia e chiusure. Se da un lato ci sono tante critiche, dall’altro lato c’è chi li giustifica appellandosi ai costi elevati sostenuti dai gestori dei chioschi.
Il voler limitare la consumazione di alcol ben venga, soprattutto da parte dei minori che affollano la spiaggia, ma giustificare in questo modo l’aumento dei prezzi anche per prodotti che non contengono alcol è un arrampicarsi sugli specchi.