L’inchiesta che ha travolto Mario Lerario, ex responsabile della Protezione Civile e responsabile del Servizio Economato e Provveditorato della Regione Puglia fino a ottobre 2021, è destinata ad allargarsi ancora. A sentire alcune indiscrezioni, l’arresto con la bustarella in mano non avrebbe creato così tanta meraviglia nei corridoi dei Palazzi a vetro di via Gentile.
Non siamo riusciti a sapere quando sia esattamente successo ma, comunque durante le indagini, il dirigente arrestato insieme a due imprenditori avrebbe sentito l’esigenza di farsi bonificare l’ufficio. Un’esigenza evidentemente motivata se, come ci è stato detto, sono state effettivamente trovate almeno 3 microspie. A effettuare la bonifica sarebbe stato uno dei tecnici informatici dell’azienda esterna che lavora per la Regione Puglia e che ha il proprio presidio proprio nelle vicinanze della stanza del dirigente. Dell’uomo si conoscono anche le generalità.
Fosse tutto vero, cosa avrebbe spinto Lerario a far bonificare la sua stanza e quella di un altro funzionario, pare l’ingegnere Antonio Mercurio? Chi ha dato la soffiata all’alto dirigente regionale? Il “vecchio” episodio sta tornado di moda nelle chiacchiere regionali all’indomani dell’arresto in flagranza di Mario Lerario e dell’avvio dell’indagine che tra gli altri ha coinvolto proprio Antonio Mercurio, responsabile della pianificazione e realizzazione lavori, impianti, reti ed efficientamento energetico. Secondo quanto riferisce la gola profonda in servizio nel Palazzo regionale, sembrerebbe che alcuni mesi fa alla Procura della Repubblica siano state consegnate decine di determine ambigue affinché si potesse capire il rispetto delle norme previste dal Codice degli Appalti.
La faccenda, nonostante a detta di Lerario non ci sarebbero stati in passato altre irregolarità o bustarelle, potrebbe essere solo all’inizio. Nell’occhio del ciclone sarebbe finito il ruolo stesso della Sezione Provveditorato ed Economato della Regione Puglia che, a ben vedere, nel corso degli anni avrebbe rosicchiato competenze e autorità ad altri importanti pezzi della macchina amministrativa regionale come i Lavori Pubblici e il Dipartimento che si occupa di Contratti e Appalti. In molti chiedono un’indagine patrimoniale sugli indagati, in modo da scoprire se il tenore di vita possa essere compatibile con quello reso possibile dagli già ottimi stipendi da dirigenti e funzionari regionali.
Tra le determine finite al centro dello scandalo ce ne sarebbero alcune particolarmente interessanti, come quella da 149,900 euro, sottosoglia rispetto alla somma di 150mila euro, scattata la quale ci sarebbe voluta l’indizione di un appalto pubblico. In alcuni lavori commissionati sottosoglia, poi, sembrerebbe sia stato necessario rimettere mano al portafogli poco tempo dopo l’assegnazione per via delle “sopraggiunte esigenze” riscontrate durante l’esecuzione dei lavori. Uno dei pezzi forti dell’inchiesta che sta facendo tremare molti, costringendo Emiliano a correre ai ripari, è la realizzazione del Covid hospital alla Fiera del Levante. Per la costosa realizzazione della struttura sanitaria, finita al centro delle polemiche politiche prima ancora di quelle giudiziarie sembra sia stata sistematicamente scavalcata la Sezione Contratti e Appalti.
Non sarebbe un caso isolato, in questa e in altre situazioni sarebbe stato aggirato il ruolo dell’Ufficiale Rogante, il funzionario della Regione Puglia che ha il compito di validare i contratti come farebbe un qualsiasi notaio privato. È prevista qualche deroga a quanto previsto dal Codice degli Appalti? E ancora, che fine hanno fatto i soldi dei pugliesi, donati per l’acquisto di dispositivi di protezione e attrezzature utili a fronteggiare il Covid? È vero che alcune di queste risorse vincolate sarebbero state stornate per la ristrutturazione di una scuola? E a che titolo? Su disposizione di chi? Sono tante le domane a cui le autorità inquirenti dovranno dare una spiegazione in attesa di sapere se Mario Lerario, finito già in passato al centro di alcune cronache contestate, potrà tornare in libertà come richiesto dal suo legale.