Chiuse le indagini da parte della Procura di Bari in merito al crac Fusillo. La Procura ha così inviato le notifiche di conclusione delle indagini a Vito Fusillo, amministratore delegato di Maiora group spa, e ad altre cinque persone, accusate di bancarotta fraudolenta per aver distratto dal patrimonio della società, per cui è stato dichiarato il fallimento il 25 settembre 2019, un terreno agricolo a Conversano con masseria, svendendolo alla società Masseria del Monte al 500mila euro a fronte di un valore reale non inferiore a 1,9 milioni di euro. Tutto questo avrebbe quindi velocizzato la bancarotta dell’azienda. Per la Procura si tratta di una operazione che ha cagionato un danno patrimoniale complessivo di rilevante gravità.
Con Fusillo sono coinvolti anche gli amministratori della società Masseria del Monte, Donato Venerito e Michele D’Attoma, l’amministratore unico Orlando D’Attoma, socio al 50% insieme ad Alessandro Venerito, e il professionista Orazio Nicola Trisolini, professionista firmatario della perizia che ha sottostimato il valore del compendio. Venerito e D’Attoma sono anche indagati per usura perché, essendo direttore generale e consigliere di amministrazione della Banca di credito cooperativo di Conversano, avrebbero esercitato la propria influenza sugli organi deliberanti dell’istituto bancario favorendo quindi l’erogazione di un mutuo da 2,8 milioni di euro in favore di un’altra società riconducibile a Fusillo, la Soiget, con un vantaggio usuraio di 1.43 milioni di euro.