Il gip del tribunale di Bari, Anna Perrelli, ha rinviato a giudizio l’ex consigliere regionale l’avvocato barese Giacomo Olivieri con l’accusa di concorso in bancarotta fraudolenta per il crac della Immoberdan. Secondo l’accusa una consulenza da 2,7 milioni di euro pagata all’avvocato avrebbe contribuito al crac. L’inchiesta si è chiusa nel 2021 e ha valorizzato le relzioni depositati dai curatori fallimentari della Immoberdan (Antonello Tarantino e Vittorio d’Ecclesiis, quest’ultimo deceduto) e del gruppo Nitti (Virginia Patruno e Daniele Anzelmo), il cui legale rappresentante, il geometra Nicola Nitti, ha preferito patteggiare due anni con pena sospesa e non menzione. L’accusa ritiene che l’imprenditore a capo dell’Immoberdan abbia svuotato il patrimonio con una serie di atti dissipativi, come ad esempio la maxi consulenza pagata tra il 2013 e il 2015 a Olivieri dal valore di 2.7 milioni. Il legale, secondo la Procura, si sarebbe limitato solo a occuparsi dell’acquisizione della società da parte del gruppo Nitti.
Non è tardata ad arrivare la replica dell’avvocato Gaetano Castellaneta, che difende Olivieri insieme a Luca Castellaneta. “Il gip non ha accolto la nostra richiesta di disporre una perizia per acquisire elementi valutativi sugli effettivi rapporti tra il professionista e la società fallita. Questo avrebbe permesso di evidenziare la legittimità e la correttezza del mandato ricevuto dall’avvocato Olivieri per lo sviluppo di un progetto che avrebbe prodotto utili ingenti a favore della società. Queste circostanze emergeranno univocamente nel corso dell’istruttoria dibattimentale”. Nel frattempo i guai giudiziari pr Olivieri si moltiplicano. Infatti è imputato per un’altra bancarotta quella della società Ctf e per truffa aggravata nei confronti della Multiservizi del Comune di Bari, che ha guidato fino al 2016.