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Crisi SOA, dipendenti senza stipendi e a rischio licenziamento: “Aiutateci a lottare oltre 2500 famiglie a rischio”

23 Maggio 2024
– Autore: Raffaele Caruso
23 Maggio 2024
– Autore: Raffaele Caruso

“Vi scrivo a nome della mia compagna che è dipendente di una nota azienda barese, la SOA. È con profonda preoccupazione e urgenza che mi rivolgo a voi, sperando di trovare nella vostra sensibilità e professionalità il sostegno necessario per dare voce a una situazione drammatica che sta mettendo in ginocchio la vita professionale e personale di oltre 2500 lavoratori”. Inizia così la lettera arrivata in redazione da un nostro lettore e che pubblichiamo in maniera integrale sul nostro sito per denunciare quanto sta accadendo nell’azienda barese.

“La SOA, come forse già saprete, è stata colpita lo scorso ottobre da un sequestro di oltre 60 milioni di euro da parte della Procura della Repubblica Italiana. L’accusa è gravissima: aver creato un complesso sistema di scatole cinesi, utilizzando cooperative per eludere il fisco e speculare sui dipendenti. Questa situazione già di per sé devastante è peggiorata ulteriormente con un nuovo sequestro di beni, che ha quasi paralizzato l’azienda, aggravando la crisi per i dipendenti e le loro famiglie. La mia compagna e i suoi colleghi hanno dedicato anni di lavoro duro e ininterrotto per far prosperare la SOA. Molti di loro hanno accettato condizioni di lavoro massacranti, con turni incessanti, spesso notturni, e retribuzioni che non riflettono minimamente i loro sforzi e sacrifici. Lavorare sette giorni su sette è diventata la norma per garantire che l’azienda mantenesse il suo ruolo cruciale nel settore della logistica e del rifornimento di supermercati in Puglia – si legge -. Questi lavoratori hanno sopportato condizioni estenuanti non per ambizione personale, ma perché vivere in una regione come la nostra, dove le opportunità di lavoro sono scarse, li costringe ad accettare qualsiasi tipo di abuso pur di garantire una stabilità economica alle loro famiglie. La situazione attuale, con i dipendenti in stato di agitazione e sciopero, è una conseguenza diretta della gestione scellerata dell’azienda da parte della proprietà. Ora, questi lavoratori non solo rischiano di non vedere gli stipendi maturati nei mesi scorsi, ma sono anche minacciati dalla prospettiva di perdere completamente il loro posto di lavoro e di finire in mezzo a una strada”.

“Vi chiediamo di accendere un riflettore su questa situazione. La crisi della SOA non è solo un problema interno all’azienda, ma una questione che tocca l’intera comunità pugliese. La paralisi della SOA blocca una filiera lavorativa e produttiva imprescindibile per la vita economica della nostra regione. I supermercati riforniti dalla SOA rischiano di trovarsi senza forniture, creando un effetto domino che potrebbe avere conseguenze devastanti su altri settori economici – aggiunge -. La mia compagna e i suoi colleghi meritano che le loro voci siano ascoltate. Meritano giustizia e, soprattutto, una speranza per il futuro. Il loro sacrificio non può essere vanificato dalle azioni irresponsabili dei vertici aziendali. Avete il potere di sensibilizzare l’opinione pubblica e mettere pressione sulle autorità competenti affinché intervengano con urgenza. È importante che la gente sappia che dietro i numeri e le statistiche ci sono persone reali, con famiglie da mantenere, mutui da pagare e una vita intera costruita attorno a un lavoro che ora rischiano di perdere. Questi dipendenti hanno bisogno di un sostegno immediato e concreto, e la vostra voce può fare la differenza. Nel corso degli anni, la SOA è diventata un pilastro della logistica e del rifornimento di generi alimentari in Puglia. Senza il lavoro incessante e spesso ingrato dei suoi dipendenti, molte delle attività commerciali che dipendono da queste forniture avrebbero subito gravi conseguenze. Gli operai, gli autisti, i magazzinieri e tutti i lavoratori della SOA non sono solo numeri; sono le persone che hanno reso possibile tutto questo, lavorando instancabilmente anche durante i periodi festivi, le notti, e in condizioni spesso difficili. In una regione come la Puglia, dove le opportunità di lavoro sono limitate e spesso caratterizzate da precarietà, un impiego stabile rappresenta una ancora di salvezza. La possibilità di lavorare, anche in condizioni difficili, è vista come una fortuna e non come un diritto. Questo porta molte persone a tollerare situazioni di sfruttamento pur di garantire un minimo di stabilità economica. Tuttavia, ciò non giustifica in alcun modo le pratiche illecite e disumane messe in atto dai vertici aziendali della SOA. La situazione attuale ha portato i dipendenti allo stremo. Il sequestro dei beni ha bloccato i conti aziendali, rendendo impossibile il pagamento degli stipendi. I lavoratori sono in agitazione e hanno proclamato uno sciopero, ma temono che queste azioni possano non essere sufficienti a risolvere la crisi. La loro speranza risiede nella possibilità che i media, e in particolare un giornalista come te, possano portare alla luce la loro difficile condizione e spingere le autorità a intervenire”.

“Il vostro intervento può fare la differenza. Raccontare la storia di questi lavoratori, evidenziare il loro sacrificio e la loro dedizione, e denunciare le ingiustizie subite può sensibilizzare l’opinione pubblica e attirare l’attenzione delle istituzioni. È fondamentale che le autorità comprendano l’urgenza della situazione e mettano in atto misure concrete per garantire il pagamento degli stipendi arretrati e la salvaguardia dei posti di lavoro – conclude -. Inoltre, è importante che vengano adottate misure preventive per evitare che simili situazioni si ripetano in futuro. La trasparenza nella gestione aziendale, il rispetto dei diritti dei lavoratori e la lotta contro le pratiche di elusione fiscale devono diventare priorità assolute. Solo così potremo sperare di costruire un futuro più giusto e sostenibile per tutti. La crisi della SOA rappresenta una ferita aperta nel tessuto economico e sociale della nostra regione. Ma con il supporto dei media, delle istituzioni e della comunità, possiamo sperare di trovare una soluzione che tuteli i diritti dei lavoratori e garantisca la continuità delle attività produttive. La vostra voce può essere un potente strumento di cambiamento. Spero possiate dedicare del tempo a questa causa, ascoltare le storie dei lavoratori, raccontare le loro esperienze e denunciare le ingiustizie che stanno subendo. In questo modo potrete contribuire a dare loro una speranza e a costruire un futuro migliore per la nostra comunità”.