Torniamo ad occuparci di Paolo, il 64enne di Molfetta che vive da 11 anni col catetere, convivendo anche con numerosi altri problemi. Ricoverato in ospedale dopo la richiesta del medico curante visto il peggiorare delle sue condizioni di salute, ora Cefalo, così viene soprannominato, si trova in una struttura come stabilito dal giudice tutelare.
Dopo il nostro primo servizio, quello in cui abbiamo mostrato i rapporti tesissimi tra Paolo e il vicinato, migliorati da quel giorno, la sua situazione era stata presa in carico delle istituzioni competenti con maggiore solerzia. Dopo aver provato a chiamarlo diverse volta senza alcun esito, siamo riusciti a metterci in contatto con lui attraverso il personale della struttura dove è accolto.
Lo abbiamo raggiunto telefonicamente insieme a Barbara, l’unica persona ad essergli stato vicino. Comprendere le parole di Paolo è davvero difficile, abbiamo così chiesto spiegazioni e delucidazioni al personale della struttura circa il suo stato di salute e sulla terapia a cui viene sottoposto. Paolo appare confuso e niente affatto presente, resta sveglio la notte e biascica incomprensibili parole. Quando lo abbiamo sentito lo psichiatra non era ancora andato a visitarlo per comprendere come modificare la forte terapia somministratagli durante il ricovero al Policlinico di Bari.
Barbara non si è mai arresa e oggi pomeriggio ha avuto l’autorizzazione a raggiungere Paolo e potergli stare accanto e verificare personalmente il suo stato di salute in questo momento particolarmente difficile.