“Mi sono pentita di essermi pentita”. A dirlo è Sofia una 25enne di Corato che da essere una collaboratrice di giustizia è diventata una senza tetto. La sua storia è molto ingarbugliata e per comprenderla dobbiamo andare al 2020, anno in cui è rimasta coinvolta in un blitz dei Carabinieri. Mamma di due figli piccoli, stava vivendo una situazione paradossale, con un marito in carcere e senza soldi per comprare da mangiare ai suoi figli. Una cosa su cui, secondo quanto ci racconta Sofia, hanno spinto i Carabinieri che così l’hanno convinta a collaborare con la giustizia.
“I primi due anni sono stati belli. Eravamo sotto protezione, ci avevano dato una casa e ci davano dei bei soldi al mese. Mio marito è diventato anche lui collaboratore di giustizia, ma per me non era più possibile stare con lui. Non siamo riusciti a superare un mio tradimento mentre lui era in carcere e per questo ci siamo lasciati. Inizialmente vivevamo divisi e i bambini andavano da lui nel weekend fino a che non mi è arrivata una lettera in cui mi veniva detto che entro 40 giorni avrei dovuto lasciare la casa perché finiva il mio programma. Da quel momento sono stata completamente abbandonata dallo Stato. I miei figli sono andati dal padre e poi messi in una casa famiglia. Tutto ciò che mi avevano promesso non è mai arrivato, anzi hanno persino detto ai miei figli che sono morta”.
“Ora vivo in giro per l’Italia con Mohamed, il mio compagno, ma non è facile stare con me. Sono impazzita da quando mi hanno tolto i bambini e per lui non è semplice seguirmi e farmi calmare. L’unica cosa che chiedo è che qualcuno ci dia un lavoro per riuscire a prendere una casa in affitto e in più un avvocato o un assistente sociale che possa aiutarmi a mettermi in contatto con i miei figli e che mi dia la possibilità di avere tutti i documenti per lavorare. Per lo Stato io non esisto più e non è giusto. Tornassi indietro non lo fari mai più. Mi starei zitta, sarei sì una criminale, ma almeno starei ancora coi miei figli e porterei il cibo a casa”.
Sofia ha cercato in tutti i modi di mettersi in contatto con noi e ci è riuscita dopo che lei e il fidanzato sono rimasti coinvolti in un’aggressione a piazza Moro. Un nordafricano l’aveva iniziata ad appellare i maniera brutta e il fidanzato ha reagito, procurandosi una ferita all’occhio. Quel giorno è stata anche aggredita mentre dava da bere al suo cane, l’unica cosa che le rimane del figlio. Ovviamente noi abbiamo accolto la denuncia di Sofia, ma chiunque voglia dare un’altra versione dei fatti o raccontarci qualcosa in più può sempre farlo al 3488966969 o su [email protected]. Noi, dal canto nostro, le abbiamo consigliato di rivolgersi al Serd per riuscire a capire come gestire questo suo problema psicologico che l’ha persino portata a farsi del male tagliandosi sul braccio.