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“Davide Sassuoli muore, Silvio Berlusconi vive”: il post tremendo della Marchetti. Imbarazzo alla Regione Puglia

11 Gennaio 2022
– Autore: Redazione Quinto Potere
11 Gennaio 2022
– Autore: Redazione Quinto Potere

“Cronache del tempo del colera. Davide Sassuoli muore, Silvio Berlusconi vive”. È il post pubblicato su Facebook (con tanto di cognome sbagliato del presidente del Parlamento europeo scomparso quest’oggi), e poi rimosso dopo alcuni minuti, dalla professoressa gravinese, Laura Marchetti, inserita nella lista dei 45 membri del collegio degli esperti della Regione Puglia dal governatore Michele Emiliano.

Uno scivolone che non è passato inosservato. La professoressa ha poi pubblicato un altro post per spiegare il suo pensiero. “Ho appena tolto un post che rischiava di essere male interpretato – si legge -. Non auguro nulla di fatale a nessuno, mai, e tantomeno a Berlusconi. Anzi, vorrei vederlo ancora per anni circondato di mogli, di figli, di amanti, di amici ,di clienti e fedeli adoranti. Vorrei che facesse comizi, adunate, pranzate. Vorrei che la sua immortalità, conquistata duramente e chirurgicamente, fosse divinamente sanzionata”.

“Ma Presidente della Repubblica no, questo sarebbe insopportabile, come insopportabili sono coloro che lo stanno pensando – continua -. L’odore che accompagnerebbe Berlusconi nella Presidenza, sarebbe, questo sì un odore di morte: odore di donne usate (Processo Ruby uno due e tre) , di affari truccati (Lodo Mondadori. Corruzione semplice. Finanziamento illecito ai partiti. Consolidato Fininvest. Falso in bilancio. Bilanci Fininvest 1988-1992. Falso in bilancio e appropriazione indebita. Processo Lentini. …Corruzione dell’avvocato David Mills. …Unipol. … Corruzione del senatore De Gregorio) , odore di stragi e di mafia (processo di Firenze), odore di amicizie pericolose, di tangenti, di conflitto di interessi, del lettone di Putin, della politica intesa come compravendita dei voti”.

“L’Art. 90 della Costituzione recita che il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione. Questa immunità penale, fortemente voluta dai Costituenti, dà una indicazione imprescindibile ai Grandi Elettori: la si conquista non perché si è un fuori legge ma perché, essendo garante, arbitro e simbolo morale dell’intera Nazione, nemmeno lo può sfiorare una compromissione penale”, conclude la Marchetti.