“Il mio rapporto con l’Africa è di sangue. Ogni relazione vera e profonda lo è”. Esordisce così ai nostri microfoni don Salvatore dopo gli ultimi viaggi in Kenya e in Etiopia raccontati in un unico libro sottoforma di due diari di viaggio. “Non sono uno scrittore, sono un semplice sacerdote. Scrivo le emozioni che prendono il cuore, mi piace appuntare giorno per giorno ciò che sento e provo – continua -. Il rapporto con l’Etiopia nasce 30 anni fa, quello con il Kenya 6 mesi fa ed è un mondo tutto da scoprire. È sempre bello conoscere e lasciarsi affascinare. Il piede è fratellanza, se voglio diventare un fratello di un kenyota devo muovere i miei piedi per andare verso di lui e conoscerlo. Lungo la strada incontri le persone, l’uomo è ciò che incontra. Se resto a casa sarò povero e mediocre, più lontano vado e più ricco sono”.
Non potevamo affrontare con don Salvatore il tema delicato dell’emigrazione. “Non c’è un prezzo per l’uomo. Non si possono comprare i Governi per non avere fastidi, non esiste un prezzo. Dobbiamo accogliere perché la ricchezza non sia perduta, violentata e dispersa”, conclude.