Oggi abbiamo deciso di salire in cattedra per parlare di scuola. Nel corso del tempo la scuola è cambiata, quasi radicalmente. Quando si entra in classe non si trova più solo la classica lavagna, con i gessetti, ma ci sono delle lavagne interattive per essere sempre e continuamente aggiornati, ma anche per ridurre l’uso dei gessi che creava allergie in molti. Una scuola dove i docenti diventano sempre più burocrati silenziosi e meno educatori, non potendo andare contro le scelte dei propri dirigenti scolastici. Fatta di registri elettronici che avvisano all’istante i genitori in caso di assenze o di brutti voti, portando gli alunni, di ogni età, a non trovare più il modo di dire ai propri familiari di quel piccolo fallimento che potrebbe solo farlo crescere. Una scuola dove si punta il dito sempre contro gli insegnati, ma mai contro i propri figli. Una scuola che sta facendo perdere l’interesse negli studenti, arricchito solo negli ultimi tempi dal professore di fisica più famoso del web, Vincenzo Schettini, che grazie al suo ardore per l’insegnamento sta riaccendendo quella fiamma che in tanti è ormai spenta.
Ma davvero vogliamo una scuola così per i nostri figli? Attenzione, non stiamo puntando il dito contro l’innovazione o il modo di insegnare, ci stiamo solo chiedendo se questo modo di fare scuola non sia poi deleterio a lungo andare. Ad esempio, prima il tema di discussione più diffuso, che faceva arricciare il naso a tanti genitori, era la mancanza di sapone e carta igienica nei bagni. Si arrivava persino a fare una colletta per comprarli. Un’altra polemica è sempre stata legata alla presenza del crocifisso data la presenza di minoranze religiose. Adesso, invece si è arrivati al punto di organizzare recite clandestine per non turbare gli alunni non Cristiani, quando invece sarebbe più giusto organizzare una recita di Natale che possa inglobare tutte le religioni. Viene da chiedersi se nell’ora di religione, quella tanto odiata dagli studenti, non si possa insegnare il rispetto per tutte le religioni anche studiando tutte le sfaccettature che la compongono. Forse così si potrebbe eliminare quel conflitto che purtroppo dura da secoli. Per non parlare di come si promuova il cibo a chilometro zero, ma in caso di compleanni in classe si possano portare solo cose confezionate nel caso in cui ci siano allergie o intolleranze varie. Si è arrivati al punto di festeggiare fuori da scuola, pur di non dare ai bambini le merendine confezionate e farli mangiare una bella torta fatta in casa. Ce ne sarebbero tante altre da dire, come il divieto di portare l’ombrello in classe e tante altre che hanno reso la scuola un vero campo minato.
Sarebbe bello che la scuola si evolvesse nel modo in cui ci si approccia con gli studenti, facendo nascere in loro la voglia della scoperta. Sarebbe bello se i genitori, come un tempo, restassero fuori dal lavoro dell’insegnante, senza dover prendere incessantemente le difese dei propri figli, qual ora non siano necessarie. Sarebbe bello se gli insegnanti avessero tutti quel fuoco che arde nel petto e che li spinge ogni giorno a far innamorare i propri alunni delle materie che insegnano. Sarebbe bello se la burocrazia, una volta ogni tanto, lasci lo spazio all’intelletto e alla condivisione, lasciando da parte quelle sciocchezze legate alla merendina o al presepe. Forse solo così si potrebbe avere la scuola che tanto auspichiamo.