Non c’è più il buon senso nelle persone. Questo ormai è chiaro dopo tutte le segnalazioni che ci arrivano. Da sempre invitiamo gli utenti a chiamare l’ambulanza solo in caso di un’emergenza seria e se si è impossibilitati a raggiungere, tramite parenti o amici, il pronto soccorso. Tra le tante segnalazioni di chiamate inutili al 118, quest’ultima, fa capire come sia necessario l’introduzione di un ticket nel caso non si tratti di vere emergenze.
Alla centrale operativa arriva la chiamata dal San Paolo di un uomo con difficoltà respiratorie. Giunti sul posto, i soccorritori salgono al piano indicato e trovano due uomini, un pregiudicato agli arresti domiciliari e un suo amico, intenti a fumare. Allarmati chiedono dove si trovasse il paziente e il pregiudicato, come se niente fosse, chiede se avessero un cacciavite. Sì, avete capito bene. Un cacciavite. “Mia moglie ha comprato una spiaggina stamattina e si è rotta, non è che per caso avete un cacciavite?”. Interdetti dalla richiesta, i soccorritori hanno fatto presente che è un servizio di emergenza e che per una richiesta assurda potrebbero aver tolto l’ambulanza a chi davvero ne avesse bisogno. Dopo poco sono andati via, mentre l’amico del pregiudicato, mestamente, ha riportato indietro la spiaggina rotta. Sempre la stessa ambulanza India, dopo poco, raggiunge un’altra emergenza, se così si vuole dire. Un operaio si era fatto male al polso a una decina di metri dal pronto soccorso del San Paolo. Nonostante molteplici presenti e la vicinanza dell’ospedale è stata chiamata l’ambulanza. “Visto che siete arrivati mi accompagnate voi al pronto soccorso” ha detto l’operaio alla vista dei soccorritori. Due episodi che fanno riflettere su quanto sia importante far pagare il servizio in caso di chiamate inutili che sottraggono le ambulanze al territorio in caso di vere e proprie emergenze.