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“È positivo non c’è posto andate altrove”, medico 118 scopre la bugia al Pronto Soccorso: “Paziente non è pacco postale”

6 Maggio 2022
– Autore: Antonio Loconte
6 Maggio 2022
– Autore: Antonio Loconte

Lo abbiamo detto, la tensione nei Pronto Soccorso baresi è palpabile, così come sempre più compromessi sono i rapporti tra medici ospedalieri e del 118, seppure afferenti allo stesso Dipartimento. A raccontare l’ennesimo episodio spiacevole è ancora una volta Francesco Papappicco, medico e sindacalista.

LA CANTILENA – E il vecchietto dove lo metto, Dove lo metto non si sa. Mi dispiace, ma non c’è posto, non c’è posto, per carità. È andato dritto dritto all’ospedale, chiedendo un posto all’accettazione: “Non ce la faccio più mi sento male, mi manca solo ormai l’estrema unzione”. Ma il medico di turno si è scusato, guardandolo con un sorriso fesso: “Lei non si rende conto in quale stato abbiamo gente pure dentro al cesso”.

IL TAMPONE – Il racconto è del medico del 118 e sindacalista, Francesco Papappicco, impegnato in una battaglia per il rispetto dei protocolli previsti per la gestione dell’emergenza-urgenza. “Nonnina 80enne istituzionalizzata, vomito dal mattino, ipotensione, disidratata, cardiopatia ischemica, diabetica scompensata, sta proprio male – scrive nel post su Facebook il sanitario – Si concorda centralizzazione al San Paolo dal quartiere di Bari Palese dov’è domiciliata. Solita attesa di rito per tampone, che manco a dirlo risulta positivo al Covid. L’infermiera, come una sentinella rimane di picchetto con le braccia al cinto e avvisa la dottoressa di turno che si fionda da noi”.

IL RIFIUTO – “Oh quanto mi dispiace, ha il coviddi, trovatevi un altro ospedale perché qui è tutto pieno”, sarebbe stato detto a Papappicco. il medico, stando al suo racconto avrebbe risposto in maniera risoluta: “Ah davvero? zona grigia che tutti i Pronto Soccorso dovreste avere? Reparto?”. La replica non lascia spazio a interpretazioni: “Di la tutto pieno, andate altrove”.

LA PRESA DI POSIZIONE – E da quel momento in poi parte presa di posizione. “Bene, a questo punto o me lo metti per iscritto o non mi schiodo, anzi un attimo, chiamo la centrale, vediamo se fanno una ricognizione dei posti Covid effettivamente occupati e ci rivediamo – tuona il medico del 118 -. Nel frattempo la nostra nonnina seppur aiutata da noi rimane in attesa in ambulanza sempre più spenta e sofferente. Per esperienza diffidente, fiutata la menzogna, entro nella cosiddetta “zona grigia”,  “di la” del Pronto Soccorso”. “Tutto buio, c’è nessuno? Disturbo? Chissà staranno riposando tutti quei pazienti. Nessun erogatore o ventilatore o allarme. L’intera ala Covid deserta e al buio. Accendo un po di luci, scatto qualche foto e ritorno dalle due prodighe signore in uniforme verde e camice bianco. Adesso come la mettiamo, non alludendo evidentemente alla nostra nonnina.  Quindi avete tentato di prendermi letteralmente per il culo, dico bene? Non solo non vi siete degnate di vedere, triagiare e accettare la paziente, non solo non avete scritto ciò che ci avete detto, ma vi siete pure brigate di provare a metterci nel sacco dichiarando il falso. Allora? Un reato dietro l’altro che figuriamoci, chi se ne frega, tanto la facciamo lo stesso franca, anche se a sto giro c’è andata male.

L’ACCETTAZIONE – A quel punto il medico si sarebbe sentito rispondere dalla collega del Pronto Soccorso: “Beh va bene allora lasciatela di la, ora si barda qualcuno e viene”. “Tempo totale un’oretta abbondante per mettere la nonna su una di quelle comodissime lettighe in una di quelle suite di la, come con queste due impostore uscite dalla penna di Gogol – chiosa Papappicco – ogni giorno ci tocca affrontare un Čičikov che suppone di aver a che far con le ‘anime morte’ del 118 e di disporre dei sofferenti come pacchi postali. [..E vi invito a ricordare il dovere che, qualunque posto abbia, spetta all’uomo. Io vi invito a considerare più da vicino il vostro dovere e gli obblighi della vostra azione terrena..Nicolaj Gogol].

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