Domani, sabato 25 marzo, torna Earth Hour – l’Ora della Terra, la più grande mobilitazione globale dei cittadini e delle comunità per la lotta al cambiamento climatico, promossa dal WWF. Anche quest’anno la città di Bari conferma la propria adesione all’evento spegnendo per l’occasione, dalle ore 20.30 alle 21.30 di domani, le lampade dei candelabri ornamentali situati sul lungomare dal ponte di via Di Vagno fino al molo San Nicola. Con Earth Hour il WWF propone a tutti – cittadini, comunità, imprese e istituzioni – di lavorare insieme per affrontare un pericolo enorme con la necessaria urgenza ed efficacia: è un appello alla Terra per la Terra, una chiamata all’azione perché ognuno, con un semplice gesto di un’ora, quello di spegnere la luce, dichiari la propria assunzione di responsabilità e si unisca agli altri in un’azione collettiva. Il cambiamento climatico in atto su tutto il pianeta rappresenta infatti una delle principali priorità ambientali che il genere umano è chiamato ad affrontare.
Nata a Sidney nel 2007, Earth Hour è oggi una manifestazione mondiale in continua crescita che nel 2022 ha coinvolto miliardi di persone in oltre 190 Paesi in tutto il mondo con lo spegnimento simbolico delle luci di migliaia di monumenti, edifici, piazze e strade. Il 2022 è stato un ennesimo anno terribile dal punto di vista di climatico con moltissimi fenomeni estremi in tutto il mondo: dalle gravi siccità in Europa, Cina e USA alle alluvioni in Pakistan costate la vita di circa 2.000 persone, dal collasso del ghiacciaio della Marmolada alla frana di Ischia. Dalla COP27 sul clima di Sharm el-Sheikh non sono venuti segnali incoraggianti, pur essendo arrivato il via libera al Fondo per Perdite e Danni. Occorre un’accelerazione nell’azione per la riduzione delle emissioni così da limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, ma i Governi sembrano incapaci di intraprendere insieme questa sfida vitale per il futuro del Pianeta. In questo decennio è in gioco tutto: la possibilità di godere dei vantaggi della transizione come il pericolo di non riuscire a evitare le conseguenze più catastrofiche della crisi climatica. Le fonti rinnovabili, con il risparmio e l’efficienza energetica, sono la vera ricetta per assicurare indipendenza e sicurezza energetica. La natura è uno dei nostri alleati più forti contro la crisi climatica: ci consente di attenuarne gli impatti e di accompagnare l’azione per ridurre drasticamente, e azzerare entro la metà del secolo, le emissioni di CO2. La COP15 sulla biodiversità di Montreal si è conclusa con un accordo su un pacchetto di misure che contribuiscano ad arrestare e invertire la perdita di biodiversità, tra cui un Quadro globale per la biodiversità post-2020 e una serie di decisioni su finanziamenti, attuazione, monitoraggio e condivisione di informazioni/benefici. All’alto livello di ambizione espresso per arrestare e invertire la perdita di biodiversità entro il 2030, occorre però far seguire azioni concrete. Il 2023 sarà quindi un anno molto importante. Nei prossimi mesi l’IPCC, il Panel scientifico dell’ONU sul cambiamento climatico, approverà il suo Sesto Rapporto di Valutazione, con le raccomandazioni per i decisori politici. E a fine anno, la COP28 sarà molto importante per spingere i governi a un’azione climatica più decisa e c’è da augurarsi che sia all’altezza di questo compito. È necessario incrociare l’azione climatica con le politiche economiche e sociali: per questo il WWF chiede che, anche in Italia, vengano approvati una legge sul clima che avvii la trasformazione in tutti i settori e un aggiornamento del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), entro giugno, in linea con l’obiettivo di riduzione delle emissioni e i target del pacchetto FitFor55 e RePower EU.