Si chiama Antonio Capodiferro, ha 45 anni e rivuole indietro il suo lavoro, la sua vita. Il suo nome per un breve periodo è stato famoso in tutta Italia, legato a uno degli eventi più tragici della città di Bari: la morte di stenti, a 16 mesi, della piccola Eleonora. Antonio ha tentato più volte di avvisare i Servizi Sociali, il Tribunale e le Forze dell’Ordine, ma nessuno gli volle dare ascolto. Tutti pensarono che la sua denuncia e la paura che Eleonora potesse morire, fossero legate alla rabbia per la separazione dalla ex moglie, la mamma della bambina avuta in seguito a un rapporto occasionale. La donna, infatti, si prostituiva regolarmente. Per l’assurda morte di Eleonora, la mamma e il compagno sono stati condannati a 30 anni di carcere, ma la vita di Antonio è andata ugualmente in frantumi.
Qualche tempo dopo la tragedia, per una specie di risarcimento, le istituzioni gli trovarono un posto di lavoro nell’azienda municipalizzata Rete gas. Un lavoro onorato fino al 2019, quando con eccessiva fretta l’uomo ha deciso di lasciarlo per scappare insieme alla figlia nel frattempo avuta con un’altra donna barese. Qualche tempo dopo, infatti, Antonio ha conosciuto una napoletana, dalla quale ha avuto un’altra figlia, che ora ha 8 anni. Inizialmente non sapeva fosse la sorella di Nicola Russo, affiliato ai Casalesi. Antonio scappa a Castelvolturno convinto di dover essere inserito in un programma di protezione. Il cognato, secondo quanto gli viene detto, si è pentito. Non si rende conto di ciò che sta facendo e scappa, ma qualcosa va storto e il programma salta. In quella circostanza Antonio torna a Bari con la figlia di 13 anni e inizia un calvario senza fine. È convinto di poter recuperare il suo posto di lavoro, ma ha rassegnato le dimissioni. La legge non lo prevede, così gli dicono, seppure le condizioni di pericolo e la paura di poter rivivere il dramma di Eleonora sono evidenti. Scrive al Comune e all’azienda, ma non riesce a risolvere la situazione.
Oggi viene ospitato a casa della sorella, ma rivuole il lavoro. Siamo andati a trovarlo per raccontare la sua storia, farci raccontare il dramma vissuto 18 anni fa e ciò che nel frattempo gli è successo. Una storia complessa, in cui si alternano diverse emozioni e il desiderio di riappropriarsi della vita che gli è stata strappata. Antonio è pronto a tutto pur di restituire dignità a se stesso e alla figlia. Intanto spera di riuscire a incontrate Ivan e Anna Rosa, i due fratellini di Eleonora, oggi entrambi maggiorenni, nel tentativo di spiegargli come andarono i fatti, cosa fece per tentare in tutti i modi di salvare la loro sorellina, senza tuttavia riuscire a farsi ascoltare.