“I Pinguini”, poi diventato Movimento Uniti per la Destra, è stata la risposta al movimento delle “Sardine” da parte di Leonardo Cisaria, analista finanziario barese. Lo abbiamo intervistato in occasione delle prossime elezioni dopo le dimissioni da premier di Mario Draghi.
Cosa è successo al gruppo e al Movimento?
Dopo la disavventura con Facebook che chiuse di colpo il gruppo, mentre il Movimento stava nascendo, tentammo di riprendere il discorso. Fui invitato, grazie a Marcello Gemmato di Fratelli d’Italia che ci guardava con simpatia, sul palco a Bari poco prima che parlasse Giorgia Meloni davanti a circa 7/8 mila persone per presentare il Movimento. Era gennaio 2020 e agli inizi di dicembre ci era stato chiuso il gruppo che, nato una decina di giorni prima, annoverava circa 180mila persone e oltre 50mila in attesa di essere autorizzate ad entrarne. Con i coordinatori regionali decidemmo di cominciare a lavorare sul territorio ed individuammo in Napoli la sede per organizzare il 1° Evento del M.U.D. “I Pinguini” con la partecipazione di relatori di fama nazionale come il Dr. Bobbio (giudice nonché ex parlamentare e sindaco di comunità importanti), l’Avv. Miraglia (colui che ha fatto scoppiare il caso Bibbiano e che ha difeso la maggior parte delle famiglie dei bambini vittime) e noti professori universitari. Avevamo avuto più di 2500 adesioni da tutta l’Italia, erano stati organizzati pullman e trasferte in treno con relativa ospitalità a Napoli e questo per il 7 marzo 2020. Nel frattempo ci attivavamo con l’Avv. Dante Leonardi di Bari a presentare ricorso contro Facebook per la chiusura del gruppo e per aver cancellato il mio account personale.
Come sono andate a finire entrambe le iniziative?
Napoli fummo costretti a rimandarla in quanto già dai primi di marzo non avremmo potuto far partecipare gli amici lombardi ed emiliani in quanto da loro c’era già il lockdown che, nel giro di qualche giorno, si sarebbe esteso a tutta l’Italia. Per quanto riguarda il ricorso contro Facebook senza dover entrare nei particolari per anomalie procedurali e discutibili, non fu accettato anche se il giudice decise la ripartizione delle spese. Una condanna non condanna.
Poi cosa è accaduto?
Il lockdown ha smorzato l’interesse anche da parte mia in quanto non si sarebbe potuto organizzare alcuna manifestazione in quanto, e lo siamo stati sino a qualche mese fa, c’era lo Stato di emergenza che vietava qualsiasi manifestazione pubblica soprattutto di carattere politico. Poi la scomparsa improvvisa della mia compagna, Antonella Buompastore, anch’essa come me anima del movimento nonché ispiratrice delle varie iniziative a cui avevamo partecipato in tutta Italia, ha fatto il resto. Ora, con l’aiuto di amici e amiche che hanno condiviso buona parte del percorso, stiamo cercando di proseguire cominciando dal territorio ma siamo ancora pochi e, soprattutto, ci mancano i giovani che condividano la nostra lotta.
Ha mai pensato di candidarsi?
A prescindere dal fatto che, come avevo dichiarato, non mi sarei mai candidato lasciando il posto ad altre persone di mia totale fiducia ma più motivate a presenziare in un contesto politico, è venuta l’idea di candidare una carissima amica, Patrizia Del Giudice, donna molto preparata anche in ambito legislativo nonché presidente della Commissione della Pari Opportunità della Regione Puglia in quota Confindustria, ma la domanda è stata questa: “Quanti voti portate?”. Domanda del cazzo, scusa il termine in quanto come si può sapere un qualcosa se è la prima volta che il Movimento si presenta all’elettorato? La cosa certa è che quando scrivevo un post su Facebook, e ne scrivevo minimo 3 al giorno, non c’erano mai meno di 10-15mila likes e circa 4-5mila condivisioni. C’era un intero popolo che ci seguiva e sarebbe potuto aumentare a dismisura, probabilmente scrivevo qualcosa di giusto e di condiviso.
Come vede la situazione politica attuale e se si cosa si fosse candidato, quali sarebbero stati i suoi cavalli di battaglia.
Per prima cosa è giusto che le persone lo sappiano, ormai, chi si candida non può fare più politica, non ha il diritto di pensare perché sono i partiti che decidono chi si deve candidare, dove si deve candidare e al resto ci pensano tutto loro anche perché la legge elettorale attuale non permette una campagna elettorale individuale, col listino bloccato (4 nomi per lista o coalizione), o sei un politico “da sistemare” o da promuovere oppure devi essere un nome di grido noto al pubblico che possa essere utile a portare qualche voto in più di quelli già considerati acquisiti spesso in base, soprattutto nel centrosinistra al potere sa sempre, attraverso il voto di scambio. Recentemente anche in Puglia abbiamo conferma di parentopoli in aziende a partecipazione regionale che convergono voti in un’unica direzione, a prescindere da cosa proponga la coalizione. In questa maniera chi ne subisce le conseguenze sono i cittadini che vivono la quotidianità ogni giorno con sacrifici. Prima le Partita Iva che per due anni non hanno potuto guadagnare un centesimo e non hanno avuto aiuti dallo Stato se non qualche mancetta (i rappresentanti di commercio 2 mila euro in tutto) e ora anche i redditi da dipendenti inferiori a 2000 euro netti soprattutto se monoreddito e la situazione peggiorerà di sicuro grazie agli aumenti delle materie prime, grazie alla guerra in Ucraina che doveva e poteva tranquillamente essere evitata e grazie agli interessi dei gruppi finanziari mondiali che ormai hanno comprato tutto e tutti a spese della povera gente. Si sente parlare di miliardi di fondi PNNR, di infrastrutture che non verranno mai realizzate e non si pensa alla pensione di un libero professionista da 755 euro al mese. Vero, il reddito di cittadinanza ha risolto qualche problema è stata una legge fatta a cazzo di cane che deve essere rivista. Moltissime famiglie, soprattutto in Puglia approfittando dello sviluppo del turismo, si sono inventate “albergatori” nel senso che con piccoli immobili di proprietà o prendendoli in affitto, hanno creato dei B&B che lavorano quasi tutto l’anno portando un reddito più che discreto. Ma ai pensionati chi ci pensa? Non ultimo è uscito, pubblicato da Adnkronos, di una vecchietta (come tantissime) che quando va al supermercato per comprare da sopravvivere, spesso rinuncia a qualcosa perché ha sbagliato i conti al centesimo. Mi chiedo, come può gente che guadagna 15mila euro al mese, che non frequenta i supermercati, che viaggia con autoblu in percorsi preferenziali, vedere tutto questo? Non parliamo della vergogna del Green Pass obbligatorio, secondo il nostro presidente del consiglio, chi l’avrebbe avuto sarebbe stato sicuro di non essere contaminato, la più grossa balla della storia. Penso a tutte quelle persone che sono state costrette a rinunciare al lavoro, al posto di lavoro perché non hanno voluto vaccinarsi anche a causa di un protocollo, per l’esenzione, molto discutibile. La maggior parte di loro avevano patologie a rischio e non hanno voluto rischiare un aggravarsi soprattutto coloro che avevano fatto chemioterapia dolorosissima e riuscivano ad avere un po’ di pace. Anche sul vaccino ci sarebbe molto da dire ma non se ne può parlare come non si può parlare di questa guerra assurda che ingrassa unicamente le lobby americane che chiaramente fanno di tutto per allontanare un progetto di pace.
Il resto del quadro politico, cosa pensa che succederà?
Dopo il minestrone fatto da Letta, evidenziando, qualora non si fosse saputo, che è solo una questione di poltrone per ricoprire altre portone per avere altre persone da sistemare (ricordo che ci sono da fare 300 nomine di partecipate dallo Stato), molta gente di centrosinistra non andrà a votare o voterà partiti fuori dalla coalizione, un po’ meno la gente di centrodestra anche se alcune decisioni sono invise da una parte degli elettori di FDI che devono comprendere che ormai anche Fratelli d’Italia è un partito di governo ed è costretto ad accettare, forse a denti stretti, le condizioni imposte dall’Europa e dall’America. Personalmente sono scettico e, comunque sia, staremo sempre dalla parte degli ultimi che sono la maggioranza. “Anche le formiche nel loro piccolo s’incazzano” parafrasando il libro di Gino & Michele.