“L’aumento degli sfratti esecutivi non è solo legato all’emergenza Covid, ma soprattutto è in parte da addebitare al proliferare di B&B nel capoluogo pugliese. Sono tanti i proprietari di immobili infatti che stanno scegliendo di non prorogare i contratti di affitto per convertire le proprie case in strutture extralberghiere”. Così l’assessore al Patrimonio, Vito Lacoppola, illustra a Telebari il perché a Bari in questi ultimi mesi è scoppiato il caso dell’emergenza abitativa, con quasi 400 famiglie in attesa di avere una casa. Nulla da obiettare, anzi, ci sarebbe da aggiungere anche che a Bari ci sono tantissime case popolari o di emergenza abitativa vuote anni, vedi l’appartamento in Giulio Petroni 41 D. Un sistema che dovrebbe di certo essere rivisto se poi una casa viene assegnata a due famiglie e non si ritirano in un tempo brevissimo le chiavi degli appartamenti lasciati, oppure ci sono tanti appartamenti sotto sequestro o case abbandonate oppure occupate abusivamente, anche da decenni. Insomma sono tanti i motivi per cui adesso Bari si ritrova a dover fare i conti con questo problema. Però un’altra riflessione sulle parole di Lacoppola è d’obbligo. A dire dell’assessore la colpa degli sfratti esecutivi è dei B&B che aumentano, ma probabilmente non viaggia sulla stessa lunghezza d’onda del sindaco Decaro che sta facendo di tutto, anche mettere da parte i residenti e i cittadini, per far invadere Bari dai turisti. Oltre tutto senza pensare a un piano organizzato per l’accoglienza. Era assolutamente prevedibile che i proprietari di case si tuffassero nel mondo dei B&B avendo meno rogne e più guadagno. Sarebbe stato utile, nella facile previsione del fenomeno, pensare di pari passo a come si sarebbe dovuto intervenire sull’emergenza abitativa dei baresi, sempre più in crisi.
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- di: Raffaele Caruso
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