Una giornata frenetica ed è l’incrocio delle quattro storie che abbiamo seguito in questo ultimo periodo. Si tratta della storia di Antonella e Davide, degli abusivi di Enziteto a cui è stato sequestrato il panificio bruciato, di Giovanna e la sua famiglia che sono iscritti nell’elenco dell’emergenza abitativa così come Antonia e i due figli, di cui uno è cieco. Alla fine di questa convulsa giornata l’unica buona notizia è che Antonia è riuscita ad avere una casa in emergenza abitativa che è la casa che avevamo denunciato essere chiusa da due mesi e mezzo, casa lasciata da Antonella e Davide prima di andare al San Paolo. Per una questione fortuita siamo venuti a conoscenza che le chiavi erano ancora in possesso di Davide e Antonella e che non erano ancora riusciti a consegnare all’ufficio case del comune di Bari perché gli era stato detto che un tecnico li avrebbe contattati perché il rilascio dell’abitazione avviene sul posto. Quindi a Enziteto, ma nessuno li ha mai contattati. Quindi abbiamo preso le chiavi, siamo andati all’ufficio case che non ha voluto prendere le chiavi per la inusualità della situazione e siamo andati al Comune di Bari, passando per piazza della Libertà, dove in quel momento stava uscendo il ministro Piantedosi per il comitato dell’ordine e della sicurezza pubblica, e al Comune, appena finita la commissione trasparenza, abbiamo avuto una intervista abbastanza animata con l’assessore al Patrimonio, Vito Lacoppola. Abbiamo così consegnato a lui le chiavi. Poco dopo la nostra irruzione, Antonia, che il giorno prima è stata contattata per l’assegnazione del locale sottratto agli abusivi e nel quale sarebbe dovuta andare Giovanna, ma per le sue condizioni era una cosa non fattibile, le è stato comunicato di andare di corsa all’ufficio case per ritirare le chiavi dell’appartamento, le stesse che noi abbiamo consegnato all’assessore. La casa in cui è andata Antonia si trova due piani sopra all’appartamento che noi abbiamo trovato completamento vuoto e aperto, quando siamo intervenuti a Enziteto, e ora assegnata a una famiglia che aveva chiesto il cambio di assegnazione. Resta il fatto che senza una mappatura esatta degli abusivi, delle case vuote e sequestrate e a tutto ciò che ruota attorno a questa situazione, non si riuscirà mai a dare una risposta tempestiva. Nell’atto di consegna si legge che l’amministrazione riceve “contro la sua volontà” le chiavi da “un soggetto non legittimato e in maniera irrituale”. Una modalità fatta da noi. Questa è la dimostrazione che quando si ha chiarezza su cosa si deve fare si riescono a dare risposte veloci ai bisogni delle persone senza dover necessariamente impazzire.
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- di: Raffaele Caruso
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