Quando Rossana ci ha chiamati, raccontandoci l’ennesima storia di opinabile gestione dell’emergenza abitativa a Bari, non potevamo credere a cosa ci stesse raccontando, poi, guardando i documenti e andando sul posto, ci siamo resi conto che ciò che ci raccontava era vero. Rossana, con due figli entrambi con disabilità, ma uno più grave, dal 2017 è iscritta nelle liste dell’emergenza abitativa, a dicembre 2022, cinque anni dopo, il suo calvario sembra essere finito e firma il decreto di assegnazione di una casa in emergenza abitativa, una in cui prima veniva ospitato il custode di una scuola a Japigia. Tutta contenta segue i lavori perché il Comune le dice che, avendo un figlio con una grave disabilità, non può averla nelle condizioni in cui si trova e quindi iniziano i lavori di riattamento. Mentre stavano finendo i lavori, Rossana esprimeva tutta la sua felicità con dei video su TikTok mostrando quella che doveva essere la sua casa, anche per il fatto che avesse un giardino. Fino a che un giorno, andando a chiedere a che punto fossero, le viene detto che dovrà aspettare ancora qualche mese perché ci sono dei problemi al giardino e inoltre non è stato ancora potuto cambiare il contatore da cantiere con quello per abitazioni civili. Lei però, talmente felice, accetta questo ritardo dicendo solo che le sarebbe servita a settembre con l’inizio della scuola. Un giorno passa da casa per controllare la situazione e trova un famiglia dentro. Immediatamente ha pensato fossero degli abusivi, ma capisce che non lo sono, anzi. La storia diventa sempre più assurda quando scopre che mentre lei firmava il decreto di assegnazione dell’emergenza abitativa senza ricevere le chiavi, l’altra famiglia aveva avuto le chiavi ma non aveva firmato il decreto di assegnazione. Si è quindi ritrovata la casa assegnata a due famiglie contemporaneamente senza che la prima fosse stata avvisata. La nuova famiglia il 2 maggio 2023 ha firmato il decreto di assegnazione, rispetto a lei che invece lo ha firmato a dicembre 2022. Per questo è andata all’ufficio case di Japigia e questa mattina parlerà con il responsabile della ripartizione. Siamo andati nel frattempo con lei nella casa contesa dove abbiamo conosciuto la seconda famiglia. La donna è disabile insieme a sua figlia. Ovviamente loro hanno paura che la casa possa essergli tolta, ma nel frattempo Rossana chiede che le venga assegnata una nuova casa. Questa dunque, è l’ennesima dimostrazione di come effettivamente questa gestione dell’emergenze abitative sembra non avere ne capo ne coda, non ci sono controlli, burocrazia che sbaglia, e c’è da capire quanto sia una distrazione o solo una mera incompetenza. Invitiamo a continuare a raccontarci di case di emergenza abitativa vuote, sequestrate o abusate così da smuovere questo grave problema perché non si può puntare il dito solo nei confronti dei proprietari degli appartamenti che decidono di farli diventare B&B con l’avvento dei turisti.
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- di: Raffaele Caruso
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