Il rappresentante di una srl barese, che si occupa di commercio all’ingrosso, importazione ed esportazione di prodotti per la salute e benessere, è stato assolto per mancanza di elementi idonei a sostenere l’accusa in giudizio.
A seguito di un accertamento fiscale a carico di una società sportiva della provincia di Bari, l’Agenzia delle Entrate ha contestato alla stessa associazione l’emissione di fatture per operazioni inesistenti dal valore di 625mila euro.
Allo stesso tempo è stato contestato, nel corso del medesimo accertamento, alla srl del rappresentante A.D. l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, ricevute dalla su indicata associazione sportiva, adoperate in sede di dichiarazione dei redditi.
Secondo l’accusa le fatture, pure essendo state regolarmente pagate e le relative prestazioni eseguite, in realtà venivano effettuate da un soggetto diverso da quello indicato nel documento fiscale, integrando pertanto l’ipotesi del reato di emissione di fatture soggettivamente inesistenti.
La stessa Procura di Bari tuttavia, a seguito della documentazione prodotta dalla difesa dell’indagato, rappresentata dall’avv. Antonio La Scala, ha disposto per A.D., indagato per dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti punito, che prevede una reclusione da 4 ad 8 anni, la definitiva archiviazione, sebbene in un primo momento il GIP presso il Tribunale di Bari non l’aveva accolta.