Non si dà pace Antonio Colamonico e, dal carcere di Foggia, continua a professare la sua innocenza. Colamonico, ricordiamo, è stato condannato a 26 anni e 6 mesi di reclusione per l’omicidio volontario della ex amante Bruno Bovino, la estetista italo-brasiliana uccisa a Mola il 12 dicembre 2013. Ha così deciso di tentare la strada della revisione del processo incaricando il generale dei Carabinieri in pensione, Luciano Garofano, presidente dell’Accademia italiana di scienze forensi ed ex comandante del Ris di Parma, di eseguire nuovi accertamenti. Nel frattempo i proprietari del centro estetico dove la vittima lavorare e dove è stata uccisa, dinanzi alla Corte di Assise di Appello hanno chiesto la revoca del sequestro del locale, chiuso e in mano agli inquirenti dal giorno dell’omicidio. Il sostituto procuratore Giannicola Sinisi ha accolto la richiesta di revoca del sequestro, accettando anche la richiesta dell’avvocato difensore di Colamonico, l’avvocato Nicola Quaranta, affinché sia disposta non prima di 45 giorni, tempo dato per ulteriori accertamenti. La donna, ricordiamo, fu uccisa con 20 colpi di forbici e poi fu trovata semicarbonizzata nel centro estetico. Colamonico, all’epoca dei fatti 35enne, venne arrestato il 9 aprile 2014. Garofalo dovrà approfondire alcuni aspetti tralasciati in tutti questi anni, come il contenuto di una bottiglietta che si trova ancora all’interno del centro estetico. Secondo l’accusa è un accelerante usato dall’assassino, per la difesa e solo un olio per massaggi. Se Colamonico professa la sua innocenza dalle sbarre, alcuni ignoti la sottolineano direttamente a Palazzo di giustizia dove ieri, mentre si teneva l’udienza, è apparso uno striscione in favore di Colamonico.
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- di: Raffaele Caruso
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