Chiara Stramaglia, sorella del boss Michelangelo di Valenzano (ucciso nel 2009) e zia di Salvatore Buscemi, e il figlio Francesco Giangregorio, sono stati condannati rispettivamente a tre anni e sei mesi e a tre anni di reclusione dal Tribunale di Bari con l’accusa di usura ai danni di un commerciante che si era rivolto a loro dopo il prestito concesso proprio da Salvatore Buscemi. A riportarlo è la Repubblica.
I due avrebbero prestato 25mila euro con un tasso usurario del 5 per cento al mese, il 60 per cento annuo. Dopo essere stati arrestati nel settembre del 2023, nei mesi scorsi la misura cautelare era stata sostituita con l’obbligo di dimora. Ora è arrivata la sentenza del processo. Assolto invece il marito della donna e il padre dell’uomo, Filippo Giangregorio.
La donna, che avrebbe tentato il suicidio due volte mentre si trovava ai domiciliari, aveva anche scritto una lettera di pentimento. “Ho compreso chiaramente il disvalore delle mie azioni delle quali mi pento. Torneò a vivere in modo onesto – le parole riportate -. Nella mia vita ho sempre lavorato, in maniera regolare, guadagnandomi da vivere onestamente, andando in pensione solo l’anno scorso nel 2023 con ben 45 anni di servizio ed avendo fatto ben 20 anni di volontariato”.