Tra gli arresti effettuati ad Andria riguardanti l’inchiesta della Dda di Bari, spunta il nome dell’avvocatessa 50enne Grazia Tiziana Favullo, posta ai domiciliari perché avrebbe intrattenuto rapporti con soggetti di spicco della criminalità andriese “mostrando piena adesione alle illecite modalità di agire” ma anche di condividerne “le regole dell’omertà” come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare. Gli altri arrestati sono i fratelli Oscar Davide e Gianluca Pesce, di 34 e 36 anni, Michela Altomare Caldarone, di 28, Giuseppe Loconte, di 21, e Nicolas Nicolamarino, di 31 anni, trasferiti in carcere. Le accuse, a vario titolo, sono estorsione, tentata estorsione e usura aggravate dal metodo mafioso, e di detenzione illegale e porto illegale di pistola
L’avvocatessa avrebbe agevolato la consumazione del reato “contribuendo con la sua opera di mediazione, non solo alla pressione morale e alla coazione psicologica nei confronti delle vittime ma soprattutto alla realizzazione del profitto illecito in favore degli indagati”. La stessa, secondo quanto emerge nell’inchiesta, avrebbe fatto da mediatore tra la mamma di un commerciante di Andria, vittima di usura, e tra i due fratelli Pesce, per ottenere una dilazione dei pagamenti per un debito contratto a fronte di un prestito da 23mila e poi passato a 40mila euro. Un modus operandi che emerge dalle intercettazioni telefoniche in cui la stessa Favullo sottolineava che sarebbe riuscita a far ottenere i soldi agli estorsori.