Questa mattina i militari del Comado Provinciale Carabinieri di Bari, supportati da personale dei locali Nucleo Operativo Ecologico e Nucleo Ispettorato del Lavoro, hanno eseguito un decreto di sequestro di prevenzione finalizzato alla confisca, emesso dal Tribunale Sezione Misure di Prevenzione di Bari, presieduto dalla dott.ssa Giulia Romanazzi, su richiesta della Procura della Repubblica di Bari, a carico di Scannicchio Silvano, cl. 72, pluripregiudicato, tra l’altro, per reati di estorsione aggravata dal metodo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti.
Il proposto è stato uno dei leader (portavoce del gruppo) della tifoseria organizzata del Bari ed in particolare del gruppo sportivo denominato “Seguaci della Nord”, unitamente ad altri soggetti censurati tra i quali BRUNO Francesco, genero di STRISCIUGLIO Domenico, detto Mimmo “La Luna”, capo dell’omonimo clan, e ALBERGA Giuseppe, referente provinciale per Bari dell’associazione di promozione sociale di estrema destra denominata Casapound Italia.
Secondo l’impostazione accusatoria, durante l’anno 2010, Scannicchio Silvano avviava l’impresa individuale Metal Recicle, che si occupava della raccolta, trasporto e stoccaggio di rifiuti speciali, utilizzando proventi di origine illecita derivanti soprattutto dalle estorsioni commesse ad imprenditori edili per favorire il clan Strisciuglio di Bari.
Dopo aver avviato tale attività, oltre a commettere ulteriori ed analoghe estorsioni, si sarebbe reso responsabile di altri reati, soprattutto ricettazioni di rame e traffico illecito di rifiuti.
Le indagini avrebbero inoltre appurato che Scannicchio Silvano, per evitare la revoca delle autorizzazioni ambientali ottenute, nel 2013, cedeva fittiziamente l’impresa ad un nipote e, nel 2016, con la partecipazione in denaro della figlia del proposto, costituivano l’attuale Bari Metal s.r.l. con sede legale a Capurso.
Il valore del patrimonio sottratto alla disponibilità dell’interessato e della sua famiglia è stimato in oltre 5 milioni di euro ed è composto da un appartamento ed un deposito ubicati a Bari, un immobile ad uso industriale ubicato a Valenzano, numerosi beni mobili tra cui macchine operatrici, mezzi “pesanti”, autoveicoli di grossa cilindrata, tra i quali una Porsche Macan ed un’Audi Q8, nonché la suddetta Bari Metal S.r.l. il cui oggetto sociale è la raccolta e lo stoccaggio di rifiuti speciali che ha un fatturato di circa 3 milioni di euro annui.
L’odierno provvedimento emesso dal Tribunale di Bari – Sezione Misure di Prevenzione, accoglie la proposta della Procura della Repubblica di Bari, formulata sulla base degli accertamenti patrimoniali effettuati dalla Sezione specializzata del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Bari (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa), che hanno ricostruito sia la carriera criminale del proposto sia gli introiti dell’intero nucleo familiare, fornendo un corposo quadro indiziario in ordine all’illecita provenienza della sua ricchezza, accumulata negli ultimi 20 anni e che costituirebbe il compendio di numerosi reati soprattutto contro l’ordine pubblico e l’ambiente.
L’importante risultato odierno – frutto della collaborazione tra la magistratura e le componenti investigative – rappresenta un’ulteriore conferma che la criminalità organizzata va contrastata non solo attraverso un’assidua opera di prevenzione e di repressione, ma anche attraverso attente e scrupolose indagini di natura finanziaria e patrimoniale, preziosi strumenti attraverso i quali vanno combattute le nuove, e più subdole, forme di manifestazione delle mafie.