Beni del valore di oltre un milione di euro sono stati sottoposti a sequestro preventivo dalla Guardia di Finanza nei confronti di due imprenditori di Modugno (Bari), Giuseppe e Costantino Cardone, padre e figlio, coinvolti in una indagine della Procura di Bari su una frode da circa 107 milioni di euro realizzata tramite società cartiere con emissione di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione fiscale, dichiarazioni infedeli, occultamento di documenti contabili e autoriciclaggio.
Secondo l’accusa i due imprenditori, arrestati nell’ottobre 2017 e attualmente a processo, avrebbero beneficiato dei proventi dei delitti tributari, commessi tramite le due società Stimac e Miti, operanti nel settore della produzione di manufatti in cemento, per un importo complessivo di oltre 1 milione di euro.
“Somma, questa, utilizzata dagli indagati per finalità diverse” da quelle aziendali. La frode avrebbe inoltre consentito alle società di evadere l’Iva, dal 2011 al 2015, per un importo totale di circa 4 milioni di euro. Le verifiche contabili e patrimoniali successive all’accertamento della presunta frode, hanno accertato l’esistenza di beni, nella disponibilità degli imprenditori e dei rispettivi nuclei familiari, ritenuti il reimpiego dei proventi delle attività illecite commesse. La misura di prevenzione fa seguito al provvedimento della Corte di Appello di Bari che ha accolto il ricorso del procuratore Roberto Rossi contro l’iniziale rigetto da parte dal Tribunale.
I giudici hanno condiviso la valutazione di “pericolosità sociale generica” dei due imprenditori, ritenendo che i trasferimenti di denaro successivi alla frode “non possono ritenersi scollegati dalla attività criminosa”. Tra i beni destinatari del sequestro ci sono conti correnti, un compendio aziendale, appartamenti, auto e una barca.