“Ormai sono 5 giorni che il pericoloso detenuto evaso dal carcere di Lecce continua ad essere uccel di bosco, nonostante il sacrificio degli appartenenti alle forze dell’ordine compreso il reparto di polizia penitenziaria che gli stanno dando la caccia senza tregua. Il fatto che Gassi non è stato ancora rintracciato avvalora l’ipotesi che lo stesso possa godere di aiuti esterni, visto che comunque si trovava relativamente vicino casa”. Inizia così il comunicato stampa del SAPPE, il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.
“La preoccupazione è che – data la pericolosità del soggetto ( probabile pazzo disposto a tutto) – possa generare eventi drammatici nei confronti di persone che potrebbe trovare sulla propria strada – si legge nella nota -. Proprio per questo continuiamo a denunciare il fatto che quel detenuto a Lecce, in quel reparto non ci doveva stare. Della ridicola sicurezza della struttura che si trova all’esterno delle sezioni detentive e quindi fuori dal muro di cinta, (pare, secondo alcuni, che i dirigenti asl non volevano entrare nel carcere) nonostante le valutazioni negative dei vertici del carcere di allora abbiamo già parlato, come pure dell’enorme spreco di denaro pubblico per un progetto all’avanguardia che è miseramente fallito considerate le condizioni operative in cui versa quel reparto. Oltretutto, nessuno parla del comportamento tenuto dal detenuto per diversi mesi, ma secondo noi è molto importante poichè avvalora l’ipotesi che non doveva essere mandato in un posto ove la sicurezza è minima. Infatti ci è stato riferito che il GASSI con problemi psichiatrici (veri o falsi) ha girato tutte le carceri della Puglia da San Severo a Taranto, da Foggia a Bari ecc., per finire a Brindisi ove nel mese di Agosto è stato trasferito a Lecce per essere osservato. Le motivazioni di questo tour turistico sono sempre state le stesse, è cioè creare disordini, eventi critici nei confronti di poliziotti ed altri detenuti in tutti i penitenziari in cui è stato, senza che nessuno abbia preso provvedimenti drastici nei suoi confronti. Una sorta di immunità con licenza di fare quello che vuole. Peraltro-ci dicono- che lo stesso viaggiava con degli alert inerenti eventuali pericoli di evasione, per cui ci chiediamo nuovamente perché è stato mandato a Lecce? Perché dopo tutti i vari casini combinati presso le carceri pugliesi e considerato il pericolo di fuga l’ufficio romano dei detenuti dell’amministrazione penitenziaria non lo ha allontanato dalla Puglia, trasferendolo in altre regioni lontano da casa (con meno possibilità di aiuti esterni) in carceri con sezioni di osservazione più sicure?
“Il SAPPE ritiene che i dirigenti politici del ministero della giustizia dovrebbero accertare perché vengono prese certe decisioni al DAP – conclude -. Il SAPPE da parte sua non condivide assolutamente questa politica penitenziaria di gestione dei detenuti. Infatti la mancata equa distribuzione dei detenuti su tutto il territorio nazionale fa si che ci siano regioni che hanno un sovraffollamento di detenuti eccessivo (vedi Puglia e Lombardia per esempio quasi al 60%, mentre quello nazionale arriva al 25%)quando poi altre regioni sotto oppure rasentano la capienza regolamentare; è bene ricordare che a causa di questa politica i contribuenti italiani sono costretti a pagare centinaia di migliaia di euro per risarcire i detenuti che non hanno lo spazio vitale (sentenza Torregiani).
Come pure l’impunità dei violenti, poiché non si applica nei loro confronti l’articolo 14 bis o.p. (carcere più duro) e l’art.32 o.p. (trasferimento immediato in apposite sezioni detentive), fa si che le carceri italiane siano in mano ai violenti e prepotenti ed a farne le spese sono i detenuti più deboli. Il SAPPE purtroppo sta osservando che invece di ricercare i veri responsabili di un evasione annunciata, l’amministrazione penitenziaria sta cercando di scaricare tutte le colpe sul personale di Polizia Penitenziaria di Lecce, cosa che non permetteremo mai, e che contrasteremo anche con forme di protesta eclatanti e clamorose”.