Siamo andanti nella sede che ospita il settore ambiente della Regione Puglia, con le annesse agenzie come il carrozzone Arif, attualmente al centro di un’inchiesta della guardia di finanza su incarichi e assunzioni di amici e amici degli amici, per comprendere come sono stati sistemati i 150 dipendenti della direzione generale Arpal Puglia fatti sgomberare dalla sede dell’ex Ciapi perché a rischio crollo. Ne avevamo parlato qualche giorno fa. Li abbiamo trovati tutti al bar, nel grande corridoio al piano terra e all’esterno a chiacchierare forse proprio di questa grottesca situazione.
Nessuno ha pensato bene di sistemare in modo adeguato tutta questa mole di dipendenti in tempo e chissà ancora per quanto tempo, fino a quando non sarà dato loro un posto o non saranno messi in smartworking. L’imbarazzo è stato palpabile. Ringraziamo i dirigenti che ci hanno messo la faccia, al contrario di certi politicanti e rappresentanti delle istituzioni che stanno nelle retrovie, ai quali sarebbe evidentemente spettato il trasloco della forza lavoro. Il paradosso di 150 dipendenti di una delle agenzie regionali in assoluto più chiacchierata, quella in cui l’ex direttore generale ha lasciato molti suoi fedelissimi, amici e parenti dei suoi fedelissimi, è che l’Arpal ha il compito di facilitare la ricerca di lavoro dei disoccupati pugliesi. A volte la forma è anche sostanza. E dunque mentre migliaia di persone si dannavano nel tentativo di trovare un’occupazione, oggi – senza sapere di chi effettivamente sia la responsabilità – 150 dipendenti di quell’agenzia non hanno lavorato. Chapeau. Anche questa volta chapeau. I pugliesi ringraziano e pagano.