La Corte d’Assise d’Appello presieduta dal giudice Antonio Del Coco ha calendarizzato le udienze fino alla pausa estiva del processo Ambiente Svenduto legato al presunto disastro ambientale causato dall’ex Ilva. La prossima è fissata per il 17 maggio alle ore 10. L’aula bunker della vecchia Corte d’Appello di Taranto ospiterà le udienze il venerdì. Quelle successive saranno il 17 e 24 maggio, il 7, 14, 21 e 28 giugno e il 12 luglio.
La Corte intende utilizzare le prossime quattro udienze per le questioni preliminari e le richieste di rinnovazione dell’istruttoria, “soprattutto – ha precisato il giudice Del Coco – quelle che potrebbero definire il giudizio. Dovrete illustrare ai giudici popolari – ha aggiunto rivolgendosi ai legali degli imputati – il vostro punto di vista e avrete risalto e spazio”.
Altre due udienze saranno dedicate alle repliche delle parti civili e della pubblica accusa. Poi la Corte avrà due settimane di tempo per esprimersi e stilare anche il programma per la ripresa del processo. Nella prossima udienza la Corte deciderà in merito alle richieste di sospensione della provvisoria esecuzione delle provvisionali nei confronti delle parti offese.
In primo grado furono 26 le condanne nei confronti dirigenti della fabbrica, manager e politici, per circa 270 anni di carcere. L’accusa è rappresentata dal procuratore generale Mario Baruffa e dai pubblici ministeri del primo grado. Presenti oggi in aula i sostituti procuratori Remo Epifani, Raffaele Graziano e Giovanna Cannarile. Imputate 39 persone (5 in meno rispetto al primo grado tra cui anche l’ex sindaco di Taranto Ippazio Stefàno, che fu assolto, per i quali non è stato proposto appello) e tre società. La Corte d’Assise stabilì sia la confisca degli impianti dell’area a caldo che la confisca per equivalente dell’illecito profitto nei confronti delle tre società Ilva spa, Riva fire e Riva forni elettrici per una somma di 2,1 miliardi. Furono disposte inoltre provvisionali di 5000 euro a centinaia di residenti al quartiere Tamburi, lavoratori, associazioni ed enti. I risarcimenti in sede civile risultano ancora bloccati.