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Fatture false per frodare il fisco, blitz della Finanza: maxi sequestro e 10 arresti nel Barese – TUTTI I NOMI

10 Dicembre 2024
– Autore: Raffaele Caruso
10 Dicembre 2024
– Autore: Raffaele Caruso

Fatture false emesse per evadere il fisco. Società cartiere create per fatturare operazioni inesistenti. È quanto avrebbero fatto le 10 persone indagate dalla procura di Bari e accusate, in concorso e a vario titolo, di associazione per delinquere, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio e autoriciclaggio.

In carcere sono finiti Nicola Abrescia, 48 anni, di Altamura, Donato Petrara, 46 anni, di Santeramo, Vincenzo Cornacchia, 61 anni, di Altamura e Nicola Patimo, 36 anni, di Altamura. Domiciliari per Onofrio Domingo Ferrulli, 40 anni, di Altamura, Giovanni Lorusso, 49 anni, di Gravina, Giuseppe Patella, 47 anni, di Altamura, Giuseppe Picerno, 52 anni, di Altamura, Antonio Mincuzzi, 29 anni, di Bari, e Giovanni Mincuzzi, 33 anni, di Bari. È stato invece rigettato l’arresto per altre 9 persone mentre la Procura ha chiesto anche l’interdittiva per le società Esternamente Concept e Esternamente Group.

Nell’inchiesta sono coinvolte altre 4 persone tra direttori e dipendenti di uffici postali, che avrebbero aiutato gli indagati e beni per oltre 5 milioni di euro sono stati sequestrati perché considerati frutto di reati. Secondo quanto accertato dalle indagini dei finanzieri del nucleo di polizia economico- finanziaria, l’associazione per delinquere ruotava attorno ad un imprenditore di Altamura (Bari), responsabile di una impresa attiva nella produzione, commercializzazione e posa in opera di serramenti, infissi e arredi per esterni. L’uomo tra il 2019 e il 2022 avrebbe emesso fatture per operazioni inesistenti per circa 17,5 milioni di euro nei confronti di una trentina di committenti del Barese che, secondo i finanzieri, contabilizzavano costi inesistenti per ridurre le tasse. Inoltre, l’imprenditore avrebbe creato, assieme agli altri indagati, società cartiere per emettere fatture false ed evadere le tasse per quasi 4 milioni di euro. I finanzieri hanno rilevato che le società coinvolte avevano una capacità operativa incongrua rispetto ai volumi d’affari rilevati. Ad esempio non avevano dipendenti o magazzini appropriati all’attività. Secondo l’accusa, inoltre, grazie all’aiuto dei direttori e dei dipendenti delle Poste, gli indagati utilizzavano i conti delle società cartiere per prelevare enormi quantità di denaro contante da restituire ai committenti principali delle false fatturazioni.