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Femminicidio a Gravina, Lacarpia resta in carcere. Ma la gip non convalida il fermo: “Non voleva scappare”

10 Ottobre 2024
– Autore: Raffaele Caruso
10 Ottobre 2024
– Autore: Raffaele Caruso

Giuseppe Lacarpia, il 65enne di Gravina accusato dell’omicidio della moglie Maria Arcangela Turturo, avvenuto il 6 ottobre 2024, resta in carcere anche se non esiste il pericolo di fuga che avrebbe giustificato il fermo. A stabilirlo la gip Valeria Isabella Valenzi che ha disposto la custodia cautelare. Secondo l’accusa Lacarpia avrebbe prima dato fuoco all’auto, con la moglie all’interno, poi l’avrebbe bloccata a terra esercitando pressione sul suo corpo, provocandole fratture costali e un arresto cardiaco poi risultato fatale. Le dichiarazioni dei testimoni e un video registrato da uno di loro hanno confermato l’aggressione.

“L’indagato non risulta essersi mai allontanato né dal luogo teatro dei fatti risultando presente al momento dell’arrivo dei soccorsi e avendo reso dichiarazioni né dall’ospedale dove è stato condotto subito dopo, né prima dell’interrogatorio in Tribunale”, si legge nelle carte. Non risulta che abbia mai “accennato a chicchessia l’eventualità di allontanarsi o di far altrimenti perdere le proprie tracce”, da qui la decisione sul fermo che “non può essere convalidato per difetto di un concreto pericolo di fuga”.

Sul fronte delle esigenze cautelari, per la gip sussiste il “pericolo di reiterazione del reato dovendosi ritenere in base alle circostanze del fatto, che l’indagato sia soggetto estremamente pericoloso, poiché violento, calcolatore e privo di ogni inibizione. L’indole aggressiva dell’indagato trova del resto conferma nel suo curriculum criminale”. La gip ritiene che la premeditazione possa “essere ravvisata pur necessitando in vista del merito di ulteriori approfondimenti”.

Per Lacarpia è stata disposta la carcerazione per contenere “la libertà di movimento dell’indagato, al fine di allontanarlo dai familiari e prevenire ulteriori manifestazioni delittuose” e perché non si può “riporre alcun affidamento sulla capacità di autodisciplina del soggetto, di cui difettano in benché minimi indicatori”. Lacarpia, scrive ancora il gip, “ha infierito sulla moglie, riprendendo la condotta pochi secondi dopo essersi fermato, a dimostrazione dell’intenzione di eliminarla, verosimilmente per impedirle di denunciarlo”. E per l’uomo, che soffre di problemi neurologici, “non vi sono seri dubbi, in questa fase, in merito all’imputabilità dello stesso”. In una prima fase il 65enne avrebbe detto di aver cercato di assistere la moglie dopo che, a causa di un incidente, la macchina aveva preso fuoco. Ma per il gip si tratta “di una versione di comodo”, perché “emerge benissimo dal video (girato da una ragazza che passava in quel momento insieme ad alcuni amici, ndr) che l’uomo non ha minimamente messo in sicurezza la moglie, ma che l’ha, al contrario, aggredita. Inoltre, i primi rilievi sull’origine dell’incendio, suggeriscono che questo abbia avuto matrice dolosa”.