“La cosa peggiore è che sento che, se fossi all’esterno, il mio impulso di uccidere sarebbe ritornato. Per me uccidere è facile, magari non lo è stato da un punto di vista logistico, ma da un punto di vista emotivo è facile”. Sono alcuni dei pensieri scritti in carcere da Antonio De Marco, il killer di Daniele De Santis ed Eleonora Manta, i due fidanzati di Lecce uccisi il 21 settembre del 2020 nella loro casa di via Montello, condannato all’ergastolo anche in secondo grado. l’applicazione dell’isolamento diurno per un anno con l’accusa di omicidio con le aggravanti della premeditazione e della crudeltà. De Marco è stato infatti ritenuto capace d’intendere e di volere e sarà inoltre in isolamento diurno per tre anni. I suoi legali valuteranno se ricorrere in Cassazione.
“Una parte di me prova dispiacere (ma solo quello), un’altra è contenta… sì! È felice di aver dato 60 coltellate, poi c’è un’altra parte che avrebbe voluto fare una strage, come se fosse una partita a Gta – si legge ancora -. Sarei scoppiato a piangere, mi sarei arrabbiato, avrei fantasticato su come uccidere qualcuno e poi sarei andato all’Eurospin a comprare patatine e schifezze varie”.