La Procura di Bari ha chiesto l’archiviazione per il processo a carico dei responsabili della Rssa Villa Giovanna di Bari e della Rssa Nuova Fenice di Noicattaro per i due focolai Covid esplosi durante il lockdown, che hanno causato centinaia di contagi e decine di morti.
Il reato di epidemia colposa non è infatti imputabile nonostante “debba riconoscersi l’insufficienza di molte misure adottate dagli stessi tra marzo e aprile 2020”. La questione giuridica alla base della richiesta di archiviazione è che per l’epidemia colposa, ha chiarito la Cassazione, “non è configurabile la responsabilità a titolo di omissione”.
Per gli indagati, i due legali rappresentanti della società Segesta, i due coordinatori sanitario e gestionale di Villa Giovanna e il coordinatore gestionale della Rssa Nuova Fenice, il procuratore Roberto Rossi aveva anche chiesto l’arresto, rigettato dal gip.
Nella richiesta di archiviazione, il procuratore ripercorre tutte le presunte “condotte omissive” sulle misure di sicurezza che avrebbero potuto prevenire il rischio di contagio. In particolare gli amministratori delle due strutture non avrebbero adibito un’adeguata zona Covid, avrebbero consentito situazioni di promiscuità tra positivi e negativi al virus, proseguendo anche le attività ludico-ricreative, non avrebbero allontanato e sostituito il personale contagiato né fornito i necessari dpi, mascherine e tute. La Procura parla di “disfunzionalità nella programmazione e nell’attuazione delle diverse tipologie di misure da adottare per evitare il proliferare del contagio da Covid-19”, ma tutto questo non configura un reato.