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Foggia, notte da incubo in carcere: detenuti sfondano cancelli e tentano rivolta

20 Ottobre 2024
– Autore: Raffaele Caruso
20 Ottobre 2024
– Autore: Raffaele Caruso

“Ormai gli atti di violenza e prepotenza dei detenuti ristretti a Foggia scattano per qualsiasi banale motivazione, poiché l’arroganza il disprezzo delle regole, sono diventate pane quotidiano per colpa del DAP, che praticamente lascia impuniti i colpevoli di tali azioni, nonché mantiene il carcere sovraffollato con circa 700 detenuti(360 posti) e con circa un centinaio di poliziotti in meno a quelli necessari”. Inizia così il racconto del sindacato Sappe.

“Tutto nasce alle ore 22 di ieri sera sabato 19 Ottobre a seguito di una richiesta di un intervento da parte di un infermiere da parte di alcuni detenuti ristretti in un reparto. Nonostante l’agente in servizio(che gestiva due reparti) si fosse prodigato per far intervenire il prima possibile il parasanitario, i responsabili dell’azione cruenta lanciavano il letto in ferro contro il cancello della stanza che veniva scardinato riuscendo ad uscire sul corridoio. A questo punto tutti i detenuti del reparto iniziavano a sbattere violentemente le pentole contro le inferriate delle stanze provocando un caos indescrivibile. Fortunatamente e con grande coraggio, il poliziotto in servizio mentre lanciava l’allarme chiudeva il cancello di sbarramento dell’ingresso nel reparto. I detenuti non contenti della loro azione lanciavano contro il cancello di sbarramento del reparto come un ariete un carrello in acciaio utilizzato per il trasporto di vivande od altro. Purtroppo anche questo cancello veniva scardinato e riuscivano a guadagnare l’ingresso nella rotonda del 1° piano e non potendo entrare nell’altra sezione attigua a quella occupata da loro, scendevano le scale per superare il cancello al fine di guadagnare l’uscita dalle sezioni detentive. Cosa che non gli riusciva poiché l’agente di servizio aveva provveduto a chiudere anche tale cancello che a questo punto era diventato impenetrabile. A questo punto i detenuti, non avendo altre possibilità risalivano nei reparti incitando altri ristretti a rivoltarsi. Nel frattempo giungevano i rinforzi ,( ridotti a causa della grande carenza di personale), che con grande professionalità e coraggio riuscivano a ripristinare l’ordine nelle due sezioni, nonostante il bilancio di alcune stanze inutilizzabile a causa dei cancelli scardinati. Purtroppo i responsabili di tale eventi non pagheranno quasi per nulla(come quasi accaduto finora) poiché sanno che non verranno puniti adeguatamente né dalla magistratura che dall’amministrazione penitenziaria, poiché per un poliziotto anche per un minimo schiaffo scattano arresti e sospensioni immediate dal servizio, mentre per i detenuti che compiono questi gesti violenza e prepotenza inaudita nessun provvedimento restrittivo immediato e né tantomeno applicazione delle leggi che ci sono nei confronti dei detenuti che mettono a rischio la sicurezza delle carceri oppure massacrano di botte, con danni permanenti i poliziotti; forse perchè la vita di un servitore dello Stato vale ZERO mentre quella dei delinquenti 1000? Basterebbe che si applicassero l’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario (carcere più duro, isolamento senza benefici) e l’art.32 sempre dell’o.p. che prevede il trasferimento immediato in sezioni specifiche in luoghi distanti, e la violenza si ridurrebbe di molto. Perché il Ministro Nordio, il v.Ministro Sisto, i sottosegretario Ostellari e Delmastro benchè a conoscenza di queste violazioni da parte del DAP poichè denunciate dal SAPPE non intervengono? E non ci parlino di stato di diritto quelli che con i carcere ci mangiano o si riempiono la bocca, basterebbe che passassero un giorno insieme ad un poliziotto, e vedrebbero che lo stato di diritto nelle carceri lo hanno distrutto loro con la permessività e con i patti con i detenuti. Il SAPPE non si stancherà mai di pubblicare i dati sulla violenza in carcere che vengono ignorati da tutti e non indignano nessuno a partire dal presidente della repubblica, perché si deve sapere cosa è oggi un carcere grazie a delle politiche demenziali che hanno distrutto ogni diritto per i detenuti che vogliono reinserirsi, ma che hanno dato forza ai delinquenti più violenti e prepotenti. Nel 2023 i 1.760 casi di violenza e gli 8.164 atti di minaccia, ingiuria, oltraggio e resistenza nel 2023 (nonostante ciò sarebbero i poliziotti i picchiatori dei detenuti). Nei primi cinque mesi del 2024, le aggressioni sono state 708,e gli atti di violenza e resistenza n. 3.362. Il SAPPE qualche mese fa chiese al presidente del Consiglio che durante il discorso di insediamento parlò anche di carceri di ricordarsi delle sue parole; purtroppo i reati introdotti dal decreto sicurezza non serviranno a nulla poiché molti magistrati non applicano l’art.336 c.p. che prevede l’arresto in flagranza di reato per i detenuti che massacrano i poliziotti, figuriamoci la resistenza passiva. Perché nessuno dice che la mancata normalizzazione delle carcere va a penalizzare principalmente le decine di migliaia di detenuti che cercano con serietà e correttezza l’occasione per redimersi, ma che non lo possono fare poiché soggiogati e sottomessi ai voleri dai violenti e prepotenti? Poiché la situazione è diventato non più sostenibile, il SAPPE insieme ai poliziotti penitenziari sta valutando di organizzare delle forme di protesta molto dure , così come fatto dai colleghi francesi che hanno messo a soqquadro le carceri al fine di mettere di fronte alle loro responsabilità le istituzioni a partire dalla politica che non può sempre lavarsene le mani, come fatto finora abbandonando le carceri in mano alla delinquenza, tra il silenzio dei grandi mass media più preoccupati della morte di un orso che di quello che avviene nell’inferno delle nostre carceri. Purtroppo le gravi problematiche del carcere vanno bene come passatempo da raccontare nelle annoiate giornate ferragostane in cui la politica è in ferie, salvo poi dimenticarsene poiché la coscienza sporca si lava con l’oblio”.