Torniamo ad occuparci dell’inseguimento e dei colpi di pistola esplosi a Carbonara sabato sera. A bordo dell’Audi A3 rosso fiammante c’era il 21enne Mimmo Strisciuglio, detto Mimmetto, figlio del 50enne Sigismondo, detto Gino la Luna, tornato libero nel gennaio scorso dopo quasi 24 anni di carcere.
Con lui il 21enne Michele Faccitondo. L’auto ha sorpassato sulla ss16 una moto dei Falchi prima di uscire allo svincolo 12 Carrassi-Carbonara. Una manovra che ha attirato l’attenzione dei poliziotti, anche perché da tempo era stata segnalata un’Audi rossa con “gente armata a bordo” proprio tra i quartieri Carrassi, Ceglie e Carbonara.
Gli agenti hanno riconosciuto sul lato passeggero proprio Domenico Strisciuglio. Assieme al fratello Gino, sono considerati al vertice di una delle famiglie più pericolose della mafia barese. Il clan Strisciuglio non è solo attiva nella città di Bari e in diversi quartieri, ma ha messo radici anche in diversi comuni della provincia tra cui Noicattaro, Rutigliano, e Modugno.
I due, dopo aver ignorato l’alta della Polizia, avrebbero cercato di disfarsi di una pistola Beretta calibro 7.65, che è stata sottoposta a sequestro per i successivi accertamenti balistici. Rispondono di resistenza a pubblico ufficiale e detenzione illegale di un’arma comune da sparo. Gli inquirenti stanno cercando di comprendere la ragione per la quale i due girassero armati.