Proseguono le indagini sull’agguato di via Occhibianchi dove ha perso la vita il 19enne Paolo Stasi. Una delle telecamere private installate nella zona, puntata proprio verso l’abitazione della vittima, avrebbe ripreso qualcosa. Gli inquirenti stanno passando a setaccio le immagini alla ricerca di elementi utili per risalire all’identità del killer che con ogni probabilità Paolo conosceva. Il giovane infatti ha aperto la porta al suo killer, prima di essere raggiunto da due colpi.
Una tragedia che ha sconvolta l’intera comunità. “Era un ragazzo educato, schivo, molto riservato – racconta un amico di famiglia a La Repubblica -. Non aveva mai dato problemi alla sua famiglia. Casa e scuola. Bisognava insistere per farlo uscire. Suo padre a volte si preoccupava per questa sua timidezza. Ne avevamo anche parlato, perché trascorreva troppo tempo chiuso in camera”. “Era un ragazzo perbene, impossibile che abbia fatto male a qualcuno, negli ultimi tempi si sentiva un po’ solo. Era molto timido anche se a scuola con noi era esuberante. L’ho visto l’ultima volta due settimane fa, ed era il Paolo di sempre. Non sembrava preoccupato di qualcosa, né aveva dei grilli per la testa. Non meritava quello che gli hanno fatto, non riusciamo a capire cosa sia accaduto. Chi abbia potuto fare questo” , le parole dei suoi due amici Andrea e Cosimo.
La vita di Paolo, diplomato all’istituto Alberghiero di Ceglie Messapica, era cambiata dopo la morte del suo migliore amico in un incidente stradale nel gennaio del 2021. Le uniche foto postate sui social erano con lui, usciva poco e quasi sempre si chiudeva in stanza a giocare ai videogames. Si sta passando al setaccio la vita del 19enne, mentre sabato 19 novembre verrà eseguita l’autopsia.