A impressionare, del meccanismo fraudolento messo in piedi con fatture false dalle cinque persone finite sotto indagine a Barletta, quattro delle quali arrestate, sono sia la “spregiudicatezza” con cui “ponevano in essere deliberatamente i fatti contestati”, sia “la quasi disarmante naturalezza con cui ne disquisivano”.
È quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dalla giudice per le indagini preliminari del tribunale di Trani, Anna Lucia Altamura, che ha disposto la custodia cautelare per quattro degli indagati e l’interdizione dall’esercizio della professione per sei mesi per il quinto. In carcere sono finiti Michelangelo Paradiso, 52enne di Barletta; Liborio Scelzo, 48enne originario di Taranto e residente a Bari; e Pietro Luigi Scricco, commercialista 63enne di Barletta; agli arresti domiciliari, invece, è finita Arcangela Fumarulo, 49enne di Barletta.
L’interdizione è stata disposta per Christian Scelzo, imprenditore tarantino di 41 anni. Per tutti le accuse sono associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari, riciclaggio, autoriciclaggio e reati tributari e fallimentari. L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Trani e denominata Paradise world, conta complessivamente 10 persone fisiche indagate e una società attiva nel settore della cosmesi.
Attraverso gli accertamenti investigativi, i finanzieri hanno scoperto “un modo di operare che può essere sintetizzato così: guadagno tanto e non pago le tasse”, ha dichiarato il comandante provinciale della guardia di finanza Bat, il colonnello Pierluca Cassano. “La società indagata – ha spiegato – è una spa che fa anche commercializzazione online mediante il sistema del multilevel marketing. Si tratta di una struttura societaria piramidale nella quale i gradi apicali ottengono ricavi generati dal lavoro di terzi”.