“Sono una ragazza di 29 anni e vi contatto per parlarvi di una situazione piuttosto spiacevole che sto vivendo, e come me, anche altri giovani residenti in tutta la Puglia. A fine 2022 ho aderito ad un tirocinio finanziato dalla Regione Puglia, tramite il fondo europeo Garanzia Giovani. Ho quindi svolto un periodo di stage presso un’azienda pugliese da gennaio 2023 a giugno dello stesso anno. Durante questi mesi di formazione, ho sempre svolto i miei compiti con serietà e voglia di imparare. Per quanto riguarda il rimborso spese, la misura di Garanzia Giovani prevede il pagamento mensile di 150 euro da parte dell’azienda e di 300 (sempre mensili) da parte della Regione Puglia (per un totale di 450 euro mensili). Ho ricevuto regolarmente i soldi dell’azienda, purtroppo, però, non ho ancora ricevuto neanche parte del rimborso spese spettante da parte della Regione, nonostante sia passato più di un anno dall’attivazione del tirocinio”. Inizia così la denuncia arrivata in redazione da parte di una nostra lettrice.
“Perciò, ho contattato qualsiasi istituzione ed ente coinvolto in Garanzia Giovani, tra cui l’ente di formazione che mi ha attivato il tirocinio, ma nessuno mi ha saputo dare indicazioni in merito, solo vaghe risposte come ‘i soldi arriveranno’. Ritengo che non sia concepibile che a più di un anno dalla stipula del contratto con Garanzia Giovani, non possa ancora ricevere neanche un euro da parte della Regione Puglia e che nessuno sappia dirmi niente. Ad aderire a questo programma, ci sono anche e soprattutto giovani adulti come me e tanti altri, anche professionisti, che, ormai disperati dalla mancanza di vere occupazioni in Puglia, si piegano ad accettare perfino tirocini scarsamente retribuiti pur di mettersi alla prova, migliorare e cercare di mettere un po’ di soldi da parte, magari per aiutare la famiglia o costruirsi un futuro – aggiunge -. Sicuramente si è trattata di un’esperienza formativa stimolante, ma ho continuato a svolgerla da semplice tirocinante, ricevendo solamente i 150 euro mensili da parte dell’azienda. Ho preso seriamente i miei compiti, ho portato a termine i miei impegni, ritengo sia mio diritto ricevere il rimborso spese da parte della Regione Puglia. Ho spiegato tutto ciò ad ulteriore dimostrazione del fatto che la maggior parte di noi giovani ha tanta voglia di mettersi alla prova, ma la nostra volontà viene spesso fermata da continui vincoli burocratici e politici che non ci permettono di ricevere il giusto riconoscimento, sia immateriale che economico”.
“Come già specificato, ho provato a chiedere informazioni a chiunque fosse coinvolto in questo iter, ho contattato la Regione, l’INPS (che a quanto pare, dovrà alla fine erogare i soldi), inviato PEC, mail, chiamato uffici. Le rare volte in cui qualcuno mi ha risposto, ho ricevuto vaghe indicazioni come ‘ci vuole tempo’, come se questa fosse la normalità, oppure addetti che si sono limitati a dire di non essere loro ad occuparsene, scaricando la responsabilità su altri uffici o su altri amministratori, che a loro volta scaricavano il problema su altri. Oltre al problema del compenso in sé, quindi, c’è anche un gravissimo problema di assenza di punti di riferimento. Ad oggi, non si sa a chi poter fare riferimento e chiedere un consiglio in merito. Spinta dalla necessità e dalla voglia di interfacciarmi ed interagire con qualcuno su questo problema, ho scritto su alcuni gruppi Facebook dedicati a Garanzia Giovani, chiedendo un confronto con altre persone ed ho potuto constatare che, come me, anche tutti gli altri giovani che hanno preso parte a questa misura europea e regionale nell’ultimo anno non hanno ancora ricevuto il rimborso spese o, pochi ‘fortunati’ sono riusciti ad ottenerne una minima parte. Come me, neanche loro riescono ad interfacciarsi con nessuno, ricevendo le stesse risposte o lo stesso silenzio che ho sperimentato anche io e di cui vi parlavo poc’anzi. Al momento, sono riuscita a creare un gruppo di una ventina di persone nella mia stessa situazione (anche se i giovani coinvolti saranno molti di più, dato che la Regione non sta pagando praticamente nessuno) e cerchiamo di confrontarci quasi giornalmente sulla nostra situazione e di condividere le pochissime informazioni che riusciamo a racimolare. Stavamo anche pensando di recarci di persona presso gli uffici regionali preposti ma, ancora una volta, non abbiamo riferimenti, né indirizzi di sedi presso cui andare a parlare e far sentire la nostra voce. Io ed altri membri del gruppo abbiamo commentato (in forma pacifica ed educata) alcuni post dell’Assessore alla formazione Sebastiano Leo chiedendo di ricevere risposte poiché non ha mai dato seguito alle tante mail e pec inviategli. Inizialmente, lui o chi per lui del suo staff, ha prontamente cancellato i nostri commenti e poi, a seguito della nostra insistenza, ci ha risposto di non aver mai cancellato i nostri commenti (assolutamente non vero) e di stare cercando di ‘sbloccare la situazione’, come se la cosa non dipendesse direttamente dalla Regione. Potete leggere di questo avvenimento sulla pagina dell’Assessore, guardando le risposte al post del 25 luglio. La mamma di una ragazza è riuscita a mettersi in contatto con lui telefonicamente e lui le ha promesso diverse volte di stare facendo il possibile, comunicandole date che non sono poi state rispettate. L’assessore Leo ha tirato in gioco un altro ente: l’INPS, che a detta dell’Assessore, sta ritardando i pagamenti. L’INPS, dal canto suo ha riferito di aver provveduto a pagare tutti i nominativi comunicati dalla Regione e che al momento non risulti nulla in sospeso. L’assessore adesso chiede di attendere ottobre, ma sarà davvero così? Dopo le tante promesse non mantenute, io ne dubito. Noi però pretendiamo il compenso che ci spetta e che è stato giustamente pattuito inizialmente e non ci fermeremo. Hanno persino rinnovato il progetto Garanzia Giovani, estendendolo anche a giovani adulti fino ai 35 anni. Ma con quali soldi e risorse, se già non riescono a pagare i tirocini svolti tra il 2019 ed il 2024 ed hanno evidenti problemi di gestione e comunicazione? Spero che questa storia possa rappresentare un modo per far conoscere la situazione mia e di molti altri ragazzi e che qualcuno possa aiutarci ad avere un riscontro da parte delle istituzioni, oltre che il rimborso spese che ci spetta di diritto”.