“Decaro non faccia il martire, è in stato confusionale. Abbiamo chiesto un intervento. Si tratta di una commissione di accesso, non possiamo prevedere ora quello che verrà verificato, ma siamo molto preoccupati. Abbiamo chiesto che se ne occupi anche la commissione antimafia. Poi le conclusioni verranno a valle della verifica che sarà attenta e senza pregiudizi”. Inizia così l’attacco che Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato, ha rifilato al sindaco di Bari, Antonio Decaro, dopo lo sfogo in conferenza da parte del primo cittadino per la nomina della Commissione chiamata a valutare lo scioglimento del Comune per infiltrazione mafiosa.
“Vedo reazioni abnormi del sindaco di Bari che mi sembra si erga a martire quando, invece, deve accettare queste verifiche che sono scaturite da vicende giudiziarie. Non è una persecuzione, come lui sembra raccontare, dicendo che rinuncia alla scorta – le sue parole al Corriere del Mezzogiorno -. Deve risparmiarci due cose: il martirologio e usare l’Anci in queste ore per telefonare ai dirigenti. In queste ore con sconcerto ho appreso che funzionari stanno chiamando per chiedere di sottoscrive un comunicato di solidarietà a Decaro. Usare l’Anci per sollecitare una solidarietà, è un modo improprio. E questo dimostra un senso padronale che sprizza da questa vicenda, sia dal Comune sia dell’Anci. Lo dico perché nostri esponenti sono stati raggiunti da telefonate di funzionari”.
“Ci sono stati indagini, arresti. Gli uomini delle istituzioni dovrebbe ispirarsi a ciò che hanno fatto altri in queste circostante: rimettersi agli organi competenti. Questi qui si considerano intoccabili e intangibili. Il fatto di consiglieri, come dicono, che sono stati eletti in liste non vicine a lui, ma poi siano passati con lui, è una prova in più della spregiudicatezza. Personaggi che alla lunga si sono trasferiti armi e bagagli alla corte di Emiliano e di Decaro. Il passaggio di campo è un’aggravante. Se non fosse un caso umano, quello di Decaro sarebbe un caso da querela quando evoca Gomorra. Pensi alle sue gomorre e non infami le persone perbene. E non confonda i suoi destini, molto incerti, con il futuro di una grande e nobile città come Bari. Questo processo di identificazione dimostra il suo enorme stato confusionale”.