“Non so proprio cosa dire, sono passati più di tre mesi e l’attesa mi sta togliendo il sonno. Dalla Cina non arriva alcuna notizia che possa chiarire cos’è accaduto la sera in cui Marcello dicono sia caduto da un balcone. Sono in contatto con il consolato che mi tiene costantemente informata e mi sostiene in questa difficile situazione”. A parlare è la mamma di Marcello Vinci, il 29enne di Fasano ritrovato senza vita il 6 marzo su un marciapiede a Chengdu.
La famiglia ha pagato 5800 euro per effettuare in Cina l’autopsia sul corpo del giovane. L’esame è stato eseguito il 27 aprile corso, ma l’esito è ancora sconosciuto. Le autorità cinesi sembrano aver chiuso il caso e attribuito al decesso solo una “caduta dall’alto” senza specificare le modalità. Restano diversi punti di domanda attorno a questa vicenda. Marcello il 5 marzo scorso, prima della tragedia, passò la serata a casa di un 45enne cinese, prima di sentirsi male e sdraiarsi sul letto di una camera. L’uomo, fermato per 15 giorni e poi rilasciato, ha dichiarato che si trovava in un’altra stanza e di aver sentito un tonfo. In una relazione scritta però dalle autorità cinesi è riportato che il 45enne ripulì la casa cancellando le tracce della serata trascorsa in compagnia della vittima.