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Giorgia e l’assunzione in Atos a 22 anni, lo sfogo di due baresi emigrati: “La verità è un’altra tante porte in faccia”

16 Gennaio 2023
– Autore: Raffaele Caruso
16 Gennaio 2023
– Autore: Raffaele Caruso

La storia della 22enne Giorgia di Cassano delle Murge, assunta in Atos con un contratto a tempo indeterminato ad appena 22 anni dopo essersi laureata in Economia alla Lum e aver frequentato l’Academy dell’azienda, ha fatto il giro dell’Italia. Diverse testate giornalistiche hanno intervistato la giovane dipendente, a testimonianza di come il capoluogo pugliese sia in continua espansione nel mondo del lavoro e di come i talenti “nostrani” non siano più costretti a lasciare la città per fare carriera, dopo lo sbarco di diverse multinazionali a Bari. È tutta la verità? In redazione è arrivata una lettera di due ragazzi baresi, residenti a Milano, che hanno voluto dire la loro su questa vicenda, rivolgendosi direttamente alla 22enne.

“Siamo 2 ragazzi di Bari che vivono a Milano, abbiamo avuto modo di leggere la sua avvincente storia di successo lavorativo e da suoi ex concittadini non possiamo che essere felici di questo. Adesso però vorremmo narrarle alcune vicende che ci toccano da vicino, che non sono così felici. Come gran parte dei nostri amici e parenti conterranei, abbiamo sentito sulle nostre spalle il peso dell’ emigrazione. Spinti dalla voglia di far carriera in seguito ad anni passati a lavorare a nero, sottopagati, talvolta sfruttati e abbandonati senza preavviso se pur dotati di titolo. Si immagini dopo soldi e anni spesi per formarsi all’università di lavorare presso un call center, in campagna oppure magari fare il cameriere a chiamata. Ad oggi molti di noi è solo grazie al fatto che sono emigrati che sono riusciti a crearsi un opportunità di metter su famiglia e crearsi un futuro, diventando responsabili, manager, professionisti di alto livello oppure semplici operai. Riteniamo alquanto fuori luogo il suo articolo in cui dice che a Bari e provincia vada tutto bene, perché porte chiuse in faccia, delusioni e sogni infranti ci han messo nella condizione di lasciare con mille incertezze la nostra amata terra. Solo chi come noi ha vissuto queste vicende sa cosa significa rinunciare ai propri affetti, alle sane abitudini, vivendo nell’ incertezza di cambiare vita e andare in una nuova città alla ricerca di un occupazione. A partire dal cercarsi una casa, condividerla con gente sconosciuta e a prezzi folli, non poter vedere i propri parenti invecchiare e assisterli, ne poter vedere i propri nipoti crescere. Tutto ciò però pare che non sia più in essere, lei si immagina se dopo aver letto il suo articolo tutti noi emigrati tornassimo domani? Crede davvero ci sia un posto fisso per tutti? Saremo anche prevenuti, ma noi crediamo di no, crediamo che sia possibile solo con una buona dose di fortuna o magari altri metodi non di certo meritocratici. O magari si potrebbe avviare un attività in proprio se si dispone delle risorse e idee necessarie. Ma nascondere la realtà dei fatti non aiuta ad affrontarla nel modo adeguato. Le auguriamo un grandissimo in bocca al lupo per la sua carriera, ma ci auguriamo che anche le storie di tutti noi baresi sparsi in giro non vengano dimenticate”.