Giovanni Palazzotto e Francesco Assunto, la vittima e l’accusato. Due vite rovinate per sempre, perché una storiaccia come quella capitata ieri a Bitritto non la dimentichi qualunque sia il verdetto. Il primo è morto a 27 anni, l’altro è stato arrestato e incarcerato a 31 anni, con l’accusa pesantissima di omicidio volontario. Le loro storie si sono incrociate fuori dal bar di Francesco, dopo che ore prima Giovanni aveva già creato diversi problemi in un locale vicino. “Sembrava posseduto dal demonio”, ha detto un testimone. Giovanni era uno spacciatore e faceva uso di sostanze stupefacenti (a quando pare ha anche altri problemi di salute); Francesco è il titolare del uno dei bar in cui Giovanni voleva entrare a tutti i costi, visibilmente in stato confusionale. Non si sa se sotto l’effetto della droga o in preda a crisi di altra natura. Non si conosce neppure il motivo esatto della colluttazione tra i due, ma soprattutto a sentire Francesco per bocca del suo avvocato non sarebbe stata la colluttazione la causa del decesso. Quando Giovanni è stato sbattuto fuori dal locale era ancora vivo, ha detto Francesco. La morte sarebbe sopraggiunta poco dopo.
Giovanni e Francesco sono entrambi padri, Francesco di tre figli, Giovanni di uno. Due vite spezzate per sempre. In tanti si sono chiesti come si possa andare al lavoro e ritrovarti in carcere con un’accusa così pesante, da incensurato. Insomma, un uomo come tanti. In effetti tutto può cambiare da un momento all’altro, manco fossi il protagonista di un thriller. Giovanni aveva già dato problemi in un altro bar, come detto sembrava posseduto dal demonio. Non ha creato problemi agli astanti, non ha minacciato o picchiato la barista. Voleva andare in bagno, ma era così sconvolto da non riuscire neppure a chiedere la porta scorrevole, con cui continuava a schiacciarsi le mani. Urlava, batteva i pugni, non si è riuscito a capire cosa gli stesse succedendo, con chi ce l’avesse, ma una cosa è certa: non era in sé. Una domenica assurda, in cui nessuno è stato capace di cambiare il finale, nonostante le avvisaglie fossero state chiare fin dal principio. Ora un giovane imprenditore, un padre di tre figli, che era andato a lavorare come tutti i giorni, si ritrova a dover fronteggiare accuse pesantissime chiuso in carcere, pur non essendo delinquente. La più grande speranza è quella di avere risposte quanto prima dall’autopsia. Giovanni e Francesco, due giovani uomini che non avevano niente in comune, si sono incrociati casualmente una domenica mattina, le loro vite e quelle dei propri cari sono cambiate per sempre.
Editoriale
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